Youtube Giovanni de Ficchy Presenta ;

Un giorno di qualche anno fà passando per Tuoro sul Trasimeno, dopo una bellissima gita in Umbria, infatti la famiglia di mia madre, è originaria di Città della Pieve, e io sin da fanciullo , e da grande poi, frequento il Lago, il “ mare degli umbri “.
Provavo, guardando le acque calme del lago, il sole rendeva vivo il blu delle calme acque e il verde della vegetazione, e con il pensiero, ad immaginarmi quei luoghi durante la battaglia. “Ceterum censeo Carthaginem esse delendam”,
Un celebre senatore romano, Catone, paladino della rigidità dei costumi e ambasciatore a Cartagine nel 153 a. C., tornato a Roma, al termine di ogni discorso, qualunque argomento trattasse, pronunciava questa frase che in italiano suona così : “d’altronde penso che sia necessario distruggere Cartagine”.
Una mattina si presentò in Senato, portando un cesto pieno di fichi, che mangiava con gusto davanti, ai senatori, i quali erano incuriositi dal fatto, visto che consumava i frutti in pieno inverno, e gli domandarono come facesse ad avere quei grossi ed appetitosi fichi fuori stagione, lui rispose che li aveva avuti la sera prima a Cartagine, e nello spazio di una notte era giunto al porto di Ostia mettendo in risalto la vicinanza di Cartagine.
 
 

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Un giorno di qualche anno fà passando per Tuoro sul Trasimeno, dopo una bellissima gita in Umbria, infatti la famiglia di mia madre, è originaria di Città della Pieve, e io sin da fanciullo , e da grande poi, frequento il Lago, il “ mare degli umbri “.
Provavo, guardando le acque calme del lago, il sole rendeva vivo il blu delle calme acque e il verde della vegetazione, e con il pensiero, ad immaginarmi quei luoghi durante la battaglia. “Ceterum censeo Carthaginem esse delendam”,
Un celebre senatore romano, Catone, paladino della rigidità dei costumi e ambasciatore a Cartagine nel 153 a. C., tornato a Roma, al termine di ogni discorso, qualunque argomento trattasse, pronunciava questa frase che in italiano suona così : “d’altronde penso che sia necessario distruggere Cartagine”.
Una mattina si presentò in Senato, portando un cesto pieno di fichi, che mangiava con gusto davanti, ai senatori, i quali erano incuriositi dal fatto, visto che consumava i frutti in pieno inverno, e gli domandarono come facesse ad avere quei grossi ed appetitosi fichi fuori stagione, lui rispose che li aveva avuti la sera prima a Cartagine, e nello spazio di una notte era giunto al porto di Ostia mettendo in risalto la vicinanza di Cartagine.
 
 

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Provavo, guardando le acque calme del lago, il sole rendeva vivo il blu delle calme acque e il verde della vegetazione, e con il pensiero, ad immaginarmi quei luoghi durante la battaglia. “Ceterum censeo Carthaginem esse delendam”,
Un celebre senatore romano, Catone, paladino della rigidità dei costumi e ambasciatore a Cartagine nel 153 a. C., tornato a Roma, al termine di ogni discorso, qualunque argomento trattasse, pronunciava questa frase che in italiano suona così : “d’altronde penso che sia necessario distruggere Cartagine”.
Una mattina si presentò in Senato, portando un cesto pieno di fichi, che mangiava con gusto davanti, ai senatori, i quali erano incuriositi dal fatto, visto che consumava i frutti in pieno inverno, e gli domandarono come facesse ad avere quei grossi ed appetitosi fichi fuori stagione, lui rispose che li aveva avuti la sera prima a Cartagine, e nello spazio di una notte era giunto al porto di Ostia mettendo in risalto la vicinanza di Cartagine.
 
 

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Provavo, guardando le acque calme del lago, il sole rendeva vivo il blu delle calme acque e il verde della vegetazione, e con il pensiero, ad immaginarmi quei luoghi durante la battaglia. “Ceterum censeo Carthaginem esse delendam”,
Un celebre senatore romano, Catone, paladino della rigidità dei costumi e ambasciatore a Cartagine nel 153 a. C., tornato a Roma, al termine di ogni discorso, qualunque argomento trattasse, pronunciava questa frase che in italiano suona così : “d’altronde penso che sia necessario distruggere Cartagine”.
Una mattina si presentò in Senato, portando un cesto pieno di fichi, che mangiava con gusto davanti, ai senatori, i quali erano incuriositi dal fatto, visto che consumava i frutti in pieno inverno, e gli domandarono come facesse ad avere quei grossi ed appetitosi fichi fuori stagione, lui rispose che li aveva avuti la sera prima a Cartagine, e nello spazio di una notte era giunto al porto di Ostia mettendo in risalto la vicinanza di Cartagine.
 
 

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Provavo, guardando le acque calme del lago, il sole rendeva vivo il blu delle calme acque e il verde della vegetazione, e con il pensiero, ad immaginarmi quei luoghi durante la battaglia. “Ceterum censeo Carthaginem esse delendam”,
Un celebre senatore romano, Catone, paladino della rigidità dei costumi e ambasciatore a Cartagine nel 153 a. C., tornato a Roma, al termine di ogni discorso, qualunque argomento trattasse, pronunciava questa frase che in italiano suona così : “d’altronde penso che sia necessario distruggere Cartagine”.
Una mattina si presentò in Senato, portando un cesto pieno di fichi, che mangiava con gusto davanti, ai senatori, i quali erano incuriositi dal fatto, visto che consumava i frutti in pieno inverno, e gli domandarono come facesse ad avere quei grossi ed appetitosi fichi fuori stagione, lui rispose che li aveva avuti la sera prima a Cartagine, e nello spazio di una notte era giunto al porto di Ostia mettendo in risalto la vicinanza di Cartagine.
 
 

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