Davanti una scuola a Firenze si sono picchiati dei giovani di opposte fazioni politiche ,uno sgradevole episodio di immaturità democratica e di violenza gratuita, anche se a tutt’oggi non si sa ancora bene le motivazioni che hanno spinto i giovani a scontrarsi, interessante è che la Preside di quell’istituto abbia scritto una lettera ai suoi studenti , citando Gramsci e la democrazia.

Questo episodio che s’inserisce in una casistica sociologica ben precisa e che vede i giovani scontrarsi nelle piazze e sulle strade , senza nessuna motivazione politica ed arrivare a fenomeni tragici, come i pestaggi e le uccisioni di ragazzi per uno sguardo o una parola sbagliata ad una ragazza in discoteca , sono un fenomeno che assume proporzioni drammatiche , non solo per i soggetti, ma anche per le famiglie e la società tutta.

La mancanza di vie d’uscita, sociali, come il lavoro e il rispetto del concetto di famiglia inteso come quella di origine o quella che dovrebbero aspirare a costituire i giovani, diventa un macigno che deturpa le aspettative e il concetto di società, nel senso di appartenenza e di inclusione partecipata.

E’ sicuramente drammatico quello che accade, ma non ha nulla a che vedere con quanto è successo a Firenze.

Io negli anni settanta ero al liceo e poi all’università e ho vissuto la drammatica esperienza di una politica violenta e assassina , che aveva diviso in destra e sinistra il bollettino giornaliero dei pestaggi e degli omicidi.

Questi tutt’ora ancora coperti da un silenzio di uno Stato talvolta complice, a cui servivano gli opposti estremismi per mantenere lo status quo  , politica pericolosa che ha innescato il dramma della lotta armata e delle stragi speso, troppo spesso impunite .

Affermare con la violenza di ”  esserci” , per i giovani è un modo, forse l’unico in questa società indifferente per diventare visibili, ma questo è un errore che la società non deve commettere, non deve rendesi complice dell’indifferenza e della ghettizzazione dei giovani, non ricreammo la “teoria degli opposi estremismi”, per giustificare chi dovrebbe essere stimolo di socialità e solidarietà.

Vede , Magister, scrivere che esistono motivi politici per una rissa da strada è socialmente pericoloso, specialmente se si danno connotazioni politiche da una parte e dall’altra, non inneschiamo la teoria della vendetta politica e chiamiamo quello che è successo per quello che è, un reato di rissa e come tale va stigmatizzato , è necessario essere magister vitae, per essere un buon maestro, anche se è difficile ma è la professione che lei ha liberamente scelto.

La prego, non mi faccia tornare a seguire le bare di giovani che si erano schierati e che sono morti in vano, noi siamo una democrazia giovane e abbiamo tanti problemi , non inneschiamo altro odio su odio, fermiamo la violenza che non ha coloritura politica, ma solo odiosa violenza .

Diventiamo tutti magister vitae ,insegniamo ai nostri giovani a vivere la società e far parte di essa.

 

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