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Storicamente il sindacato nasce dalle corporazioni, nel medio evo gli appartenenti ad una categoria di lavoratori , si riuniscono in una confraternita chiusa, dove ne fanno parte solo coloro che svolgono quel tipo di attività, all’interno di questa struttura tutti i segreti delle lavorazioni e delle attività svolte rimangono gelosamente custoditi , al fine di tramandare solo ai figli, o ai garzoni, la possibilità di svolgere quel tipo di lavoro.

Altra forma di sindacalismo in pectore e quello che le lotte agrarie e poi con la meccanizzazione del lavoro, prende vita dopo la rivoluzione francese con la creazione di associazioni che si riconoscono nelle lotte di politica generale, la svolta avviene con l’avvento di un partito, quello socialista, che organizza per categorie i lavoratori, portando le istanze degli stessi allo scontro con il potere del patronato e della monarchia.

Dopo la prima guerra mondiale, che aveva spaccato il partito socialista in due diverse fazioni, quella interventista e quella neutralista e internazionalista, avviene una nuova trasformazione , dovuta all’avvento del Fascismo , che vede la creazione del corporativismo, che vede la creazione di forme di aggregazione dei lavoratori in settori di lavoro, cioè gli appartenenti di una categoria sono riuniti in quella struttura che si trova a dialogare con l governo centrale nella Camera dei Fasci e delle Corporazioni.

In effetti è un sistema per cui il Governo centrale e i lavoratori s’incontrano e derimono le controversi tra datori di lavoro e lavoratori , un sistema semplice per controllare il lavoro in Italia.

Dopo la seconda guerra mondiale, con la caduta del Fascismo e della monarchia , rinasce il sindacato di categoria che si si riunisce a sua volta in confederazioni del lavoro, la CGIL in cui si ritrovano i Comunisti Italiani e nel suo interno nascono dei Sindacati che si differenziano politicamente ,la CISL che si riconosce nel movimento cattolico e quello dei popolari ,la UIL che si riprende la tradizione socialista, in seguita nasce la CISNAL , che si riconosce nel Movimento Sociale Italiano.

Queste Confederazioni danno vita ad una stagione di lotte sindacali che sfociano nella nascita dello Statuto dei lavoratori negli anni settanta.

Queste battaglie, anche cruente , con i vari Governi che si sono succeduti, ad una ulteriore radicalizzazione del sindacato sui partiti di riferimento, creando una “milizia” in grado di scatenare la piazza contro i Governi ritenuti non graditi alle confederazioni, come successe con il governo Tambroni travolto dai moti della piazza perché al suo interno conteneva il MSI inviso alla sinistra sindacale perché ritenuto Fascista e da quel momento nasce ” l’arco costituzionale”, sorta di ghettizzazione politica e sindacale del Movimento Sociale Italiano.

Molte responsabilità sono state mosse ai sindacati di sinistra nella nascita della lotta armata, poi dichiarata totalmente negativa per gli interessi dei lavoratori che si dissociarono .

Il sindacato negli anni successivi si trova completamente appiattito con i Governi di centro sinistra ed è sempre meno presente con i lavoratori, le battaglie per i loro interessi vengono posposte agli interessi politici, perdendo la supremazia nel campo operaio, nascono così i così detti Sindacati autonomi, che riuniscono alcune categorie non più tutelate dalla triplice e si mettono in contrapposizione con i sindacati storici.

Ma la deriva sindacale continua con gli ultimi decenni con un sindacalismo “desaparecido” in assordante silenzio sull’operato dei Governi tecnici ,quelli non votati dal popolo.

E ora il sindacato si ripropone contro il Governo Meloni, improvvisamente redivivo, senza offrire proposte nell’interesse dei lavoratori ma solo per dire “sissignore” ad una sinistra che ormai è in totale confusione.

Poveri lavoratori chi li aiuterà?

Forse dovremmo tornare ai lavoratori riuniti in corporazione come al medio evo?

O forse ci toccherà fare tutto da soli autotutelando i nostri interessi!

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