De Ficchy Giovanni

La Cina “attribuisce grande importanza alle relazioni con l’Ue” con cui “ha sempre mantenuto scambi a tutti i livelli e in vari campi”.

Il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, dopo il rinvio della visita a Pechino dell’Alto rappresentante Josep Borrell, ha sottolineato che la Cina

“dà il benvenuto all’Alto rappresentante Borrell in visita il prima possibile a vantaggio delle due parti ed è disposta a continuare a mantenere la comunicazione con l’Ue”.

La Cina ha così annullato la visita prevista per la prossima settimana dell’Alto rappresentante dell’Unione europea, Josep Borrell.

“Sfortunatamente siamo stati informati dalle controparti cinesi che le date previste per la prossima settimana non sono più possibili e ora dobbiamo cercare alternative”, ha detto la portavoce dell’Ue Nabila Massrali.

L’Ambasciatore UE a Pechino Jorge Toledo il 2 luglio aveva annunciato che Borrell avrebbe avuto una visita in Cina il 10 luglio.

Borrell aveva in programma di andare a colloquio con il ministro degli Esteri cinese Qin Gang e altri funzionari.

Come è vista la Cina

 La Cina venne definita come un “rivale sistemico”, oltre che un “partner” nell’affrontare minacce transnazionali e un “competitor” economico.

La crescente presenza cinese sul piano globale, in particolar modo esercitata attraverso Investimenti diretti esteri (Ide), ha sollevato preoccupazioni sul piano dell’hard security da parte dell’UE.

In particolare, gli investimenti cinesi nell’ambito delle cosiddette “infrastrutture critiche”, spesso sotto l’ombrello della Belt and Road Initiative (Bri), sono diventati oggetto di preoccupazione.

Nell’ultimo decennio, le importazioni europee dalla Cina sono cresciute due volte più che le esportazioni verso di essa.

E più crescono le importazioni dalla Cina più cresce la dipendenza delle principali economie europee dal Paese.

Il caso italiano è esemplificativo in questo senso.

Nel marzo 2019, l’Italia diventava il primo membro del G7 a siglare un accordo con la Cina nell’ambito della Nuova via della seta.

Con la firma del relativo memorandum d’intesa, il governo italiano puntava a un aumento dell’export made in Italy verso Pechino.

Questo aumento c’è stato, ma di soli 3 miliardi, a fronte di un incremento da 26 miliardi dell’export cinese verso il nostro Paese.

Di Admin

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