Di Virgilio Violo
Un bel giorno mentre ero in studio, intento a scrivere e a lavorare, mi telefona un avvocato, e mi domanda se fossi parente, del Magistrato Vincenzo De Ficchy, che era stato Presidente della Suprema Corte di Cassazione, durante il periodo bellico e nel primo dopoguerra, alla mia risposta affermativa, “era il padre di mio nonno” risposi.
Mi disse che era uno storico e stava conducendo una ricerca, per scrivere un libro relativo a quel periodo, e mi domandò se per caso noi avevamo ancora dei suoi documenti.
Alla mia risposta negativa, mi disse che il mio antenato era famoso, per una sentenza della seconda sezione della suprema corte di Milano, dove venivano graziati i gerarchi fascisti, ossia veniva applicata loro l’ amnistia del 1947, e di conseguenza non veniva eseguita la condanna a morte.