De Ficchy Giovanni

Lavora il 65,2% contro una media europea dell’82,4%.
Un dato che è una summa delle criticità del mercato del lavoro e dei sistemi formativi del nostro Paese.
Troppi laureati in scienze umanistiche.
Non c’è connessione tra il mondo del lavoro e quello universitario.
Non esiste un programmazione rispetto a quella che è, e sarà la richiesta del mercato del lavoro.
Un laureato in ingegneria, informatica, chimica, fisica a spasso è un evento più unico che raro.
A mio avviso , i fattori sono molteplici, due osservazioni: la prima è che questa bassa % è anche causata da molti corsi di laurea poco richiesti da mercato, la seconda è che molto tessuto produttivo è composto da piccole aziende che non solo non cerca laureati ma nemmeno può permettersi di pagarli adeguatamente.

Oltre a quelli strutturali dell’economia e del mercato del lavoro, che di un sistema formativo nonostante tutto ancora valido, se è vero che i laureati italiani trovano riconoscimento all’estero.
Forse il problema è nel modello di (sotto) sviluppo italiano.
Un laureato in ingegneria, deve scegliere se lavorare in Italia a un mille e cinquecento euro o andare all`ESA in Olanda per 7000 euro al mese.
Indovinate dove vanno?
Noi creiamo laureati il che costa all`Italia e poi all`estero se li prendono a costo zero
I migliori emigrano, quindi sono apprezzati.