De Ficchy Giovanni

Uno dei record certi che invece detiene Tor Bella Monaca è quello sulla concentrazione di case popolari.
Tor Bella Monaca è il quartiere con la maggiore incidenza di patrimonio pubblico: 5.567 appartamenti su 6.753, l’82 per cento del totale, sono case popolari: quattromila del comune, 1.500 dell’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica, ossia della regione Lazio.
Un crocevia delle attività criminali del quartiere gestite da almeno trent’anni da undici clan malavitosi: primo in ordine cronologico, quello dei Moccia di Afragola, che si stabilirono dalla Campania al Casilino, insieme ai Senese dopo la guerra di Camorra.
Una fotografia frutto delle inchieste della direzione distrettuale Antimafia di Roma che rivela gli spaccati più nascosti e le dinamiche criminali di spartizione del territorio.
La crisi economica è evidente nelle saracinesche abbassate dei negozi, nei cantieri dei palazzi lasciati a metà, negli spazi per i cartelloni pubblicitari lasciati vuoti.
Chiaramente un quartiere indubitabilmente povero: il 41 per cento delle famiglie vive in povertà assoluta (la media nazionale è intorno al 7 per cento), il 22 per cento ha un reddito pari a zero.
“la somma delle domande per i diversi tipi di sussidio (reddito di cittadinanza, reddito di emergenza, Naspi, bonus covid) che a novembre 2020 risultavano accolte supera il numero di 20mila.
Negli ultimi mesi, oltre la serie quasi quotidiana di arresti, ci sono state due grandi retate di spacciatori. Una il 27 aprile, con 51 arresti; un’altra il 4 maggio, con 21 arresti.
Centinaia, negli ultimi anni, le ordinanze di custodia cautelare in carcere di esponenti delle famiglie affiliate alla camorra: in Via dell’Archeologia, in particolare, queste ultime avrebbero appaltato la vendita al minuto delle dosi di droga a bande di narcotrafficanti provenienti dal Nord Africa.
Milioni di euro al mese, riciclati nell’usura e in attività commerciali , tra bar , ristoranti, autonoleggi e rivendite di autoveicoli. un business fiorente.
Lo spaccio riguarda tutta l’infrastruttura sociale di Tor Bella Monaca: dalla produzione di ricchezza al welfare, dal lavoro alle forme dell’abitare.
Carichi di cocaina, secondo gli investigatori, sarebbero affidati alla custodia temporanea di anziani, disabili e disoccupati , insospettabili.
Un ristoratore di zona. “Senza i soldi di chi spaccia avrei chiuso durante la pandemia.
Il centro commerciale ” Le torri” ha tante saracinesche abbassate, ma i negozi di abbigliamento con le firme reggono: possono contare sulla loro clientela per i beni di lusso”.
Un quartiere concepito come un ghetto e successivamente abbandonato dalle istituzioni, una bomba sociale, ad altissima pericolosità.
Un altro quartiere che la Presidente Meloni, dovrebbe visitare il prima possibile.