De Ficchy Giovanni

Un crimine che tocca più di 3,5 milioni di persone, per il 60% donne e minori, ogni anno.

Un fenomeno perverso di cui dovremmo avere più coscienza, soprattutto nel momento in cui anche in Italia si parla di “quartieri a luci rosse” per legittimare una prostituzione che in gran parte vive proprio di vittime della tratta.

Non è difficile pensare a quanto la povertà di alcune zone dell’Africa o dell’Asia come della martoriata America Latina, faciliti e aumenti il traffico di esseri umani di cui sono vittime migliaia di persone.

Più nello specifico, la gran parte delle donne vittime del traffico di esseri umani viene spesso utilizzata nel racket della prostituzione, mentre i ragazzi che ne finiscono vittima vengono impiegati in zone di guerra o come forza lavoro.

Per entrambi, la provenienza più marcata risulta essere l’Africa meridionale e occidentale, e Asia.

Anche nei casi di percorsi migratori che non sembrano rientrare nel traffico di esseri umani in cui il trafficante favorisce l’ingresso dell’individuo con il solo fine di inserirlo in un canale di sfruttamento, non è inusuale che durante il lungo e pericoloso viaggio i migranti siano soggetti ad atti simili al traffico di esseri umani come ad esempio dover lavorare per lunghi periodi senza percepire nessun compenso o essere costretti ad offrire prestazioni sessuali per poter continuare il viaggio.

Coinvolgimento delle Nazioni Unite

Per governare le migrazioni, un tema che coinvolge tutti e su cui l’Onu non può “voltarsi dall’altra parte”. E’ l’appello che lancia la presidente del Consiglio nel suo primo discorso al Palazzo di Vetro, che chiude la missione americana.

Bisogna “rifiutare le ipocrisie” in tema di immigrazione, che nel tempo hanno “fatto arricchire a dismisura i trafficanti”.

Agire insieme contro “la nuova schiavitù”, quella dei migranti illegali.

“le cause alla base della migrazione, con l’obiettivo di garantire il primo dei diritti, che è il diritto a non dover emigrare”.

Bisogna coinvolgere le nazioni più povere, che subiscono più di tutti il conflitto contro Kiev con quella scelta di creare “il caos” nel quale si “infiltrano i trafficanti di esseri umani”.

Con i Paesi africani troppo a lungo “sfruttati” bisogna “invertire la rotta”, insiste la premier.

Abbandonare l’approccio “predatorio” e puntare su partnership “alla pari” come vuole fare l’Italia che darà “il buon esempio”, rivendica la premier, con il suo “Piano Mattei”.

Di Admin

Scopri di più da Giornalesera.com

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere