

Antoniu Martin, storico e analista politico
Città per eccellenza multiculturale, tollerante e aperta, Arad ha vissuto uno
sviluppo architettonico speciale nella sua evoluzione moderna.
La Massoneria, che qui
operò dal 1870-1871, rappresentò un vero e proprio fattore di coagulazione della società civile, sviluppando numerosi progetti culturali e filantropici.
Al di là del loro coinvolgimento attivo nella comunità, i massoni di Arad hanno voluto lasciare in eredità ai posteri elementi di simbolismo molto particolari.
La caratteristica comune delle rappresentazioni simboliche nell’architettura
della città era il sincretismo.
Con questo Arad si distingue tra le altre città della Romania
e dell’Europa centrale.
Gli esponenti della massoneria aradiana adottarono simboli di
origine orientale, ebraica e cristiana.
Da questo punto di vista, spicca un edificio situato
in via Lucian Blaga n. 11, costruito nel 1923 su progetto dell’architetto Milan Tabacovici, esponente della massoneria di Arad.

L’edificio – che fungeva da banca commerciale italiana e rumena – presenta
sulla facciata principale alcuni simboli molto particolari.
Si vedono l’Albero della Vita, il Girasole, il Topo e il volto della dea Diana. L’albero della vita, simbolo ancestrale dai molteplici significati, esprime l’armonia tra il piano cosmico e quello terrestre.
Simbolo della vita in continua evoluzione, l’Albero della Vita ha ricevuto diverse
connotazioni nei grandi sistemi spirituali dell’umanità, come l’Ebraismo e il
Cristianesimo.
In contrasto con l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male nel
Giardino dell’Eden, l’Albero della Vita porta i frutti dell’immortalità, tanto che più tardi, nel Cristianesimo, rappresenta anche la Croce della Crocifissione di Cristo.
Il Girasole è il simbolo solare per eccellenza.
Nella religione mitraica era l’attributo del dio Mitra, il dio
del sole.
Nel Cristianesimo simboleggia anche l’amore di Dio e del credente per il
prossimo.
È permanentemente associato alla luce.
Nel Medioevo il topo era associato all’animale che trasportava le anime nel mondo superiore, creando il collegamento tra la Terra e il Cielo.
Nella cultura indù, il ratto simboleggia l’intelligenza e la resistenza
necessarie per superare gli ostacoli, nonché il controllo sull’ego.
Simbolo dal duplice significato, il topo rappresenta sia il disastro, la calamità che il raccolto, quindi la nuova
vita.
La dea romana Diana – la controparte di Artemide della mitologia greca –
personifica la Luna, rappresentando simbolicamente la fertilità e la natura femminile.
È rappresentata con un anello al collo, simbolo di autorità, e una corona di vischio – simbolo femminile celtico dell’immortalità – e una falce, a significare il raccolto.
Notiamo la dualità nell’insieme delle rappresentazioni nell’architettura di Arad
dal carattere esoterico.
Come l’espressione massonica “Lux in Tenebris” anche nel caso dei simboli sopra indicati trionfa la Luce, rispettivamente il Bene, la Vita.