De Ficchy Giovanni

Antropologo Criminale

La morte del Narducci è il punto più oscuro intorno tutta la vicenda, secondo il dottor Mignini il medico era verosimilmente collegato agli omicidi, forse inserito in un qualche tipo di organizzazione, il che fa supporre che gli omicidi rientravano all’interno di una operazione più grande, di natura non ben chiara, ad oggi le indagini su Narducci sono state letteralmente blindate, ma già all’epoca ci furono fin da subito evidenti depistaggi, del resto il cadavere che viene ritrovato sul molo del Trasimeno neanche era quello di Narducci, e ci sono ancora dubbi, addirittura, che il cadavere riesumato durante le indagini di Mignini, sia davvero quello di Narducci, facendo anche ipotizzare benissimo che il medico non sia mai morto ma che sia scappato all’estero per chissà quale motivo.

Altri punti oscuri che poi vanno a confermare che dietro il caso ci fossero personalità importanti, ovvero inserite all’interno dell’ambiente investigativo e/o giudiziario, sono due delle tre lettere inviate a mano presso la procura di Firenze (ci sono tracce di saliva sulle lettere peraltro), la conoscenza della casa vacanze della Bella Monica, il conoscere gli spostamenti delle forze dell’ordine ed evitare le auto civetta che simulavano civili appartati, o ancora, chi ha messo il bossolo calibro 22 nell’orto del Pacciani in modo che venisse incastrato, bossolo peraltro creato appositamente, visto che non era il reale munizionamento della famosa Beretta 22, mai ritrovata.

A proposito poi del munizionamento, altro punto oscuro è l’anonimo che consigliò agli inquirenti di indagare l’omicidio del 1968 della Locci e Lo Bianco, caso assai strano è che i bossoli calibro 22 furono trovati spillati nel fascicolo quando questi dovevano essere distrutti o confiscati, è come se quei bossoli fossero stati spillati due minuti prima proprio per inscenare il collegamento con gli altri omicidi, peraltro, il munizionamento ritrovato nel fascicolo, al contrario del bossolo fasullo ritrovato dal Pacciani, sono proprio il munizionamento utilizzato negli omicidi fiorentini.

Motivo di tutto questo?

Come detto dal magistrato Mignini ma mi pare anche da Giuttari, ovvero, qualcuno era interessato che le indagini andassero, di fatto, a creare la cosiddetta pista sarda, una pista che era un evidente buco nell’acqua, totale fumo, ma che serviva per sviare gli inquirenti dalla verità, da questo punto di vista il caso del 68 non ha nulla a che vedere con il caso fiorentino e perugino.

La lettura della enorme documentazione prodotta dal Gruppo Investigativo Delitti Seriali di Giuttari può far comprendere meglio il caso fiorentino e quello perugino, palesemente legati tra loro, e quello che se ne ricava era la possibile (non certa, si tratta solo di ipotesi) presenza di un qualche tipo di attività condotta da uomini importanti, quantomeno a livello di “regia”, inseriti all’interno di una organizzazione sofisticata probabilmente di tipo satanista.

 Una delle caratteristiche legate alla vicenda “mostro” é proprio la caterva di personaggi che appaiono e scompaiono nei vari atti, ognuno paradossalmente con una “sua” verità in grado di rendere, per un certo periodo di tempo, una serie di precedenti atti, congetture, filoni, ipotesi che sembravano finalmente essere “la strada giusta”, oramai obsoleti …

Non so se il criminologo avesse ragione, credo onestamente di si per lo meno in una visione generale della complicatissima vicenda.

Elementi di ritualità perverse e sataniche ricorrono in quasi tutti gli omicidi fatta eccezione per il primo ed anzi ne sembrano essere talvolta il motore.

Su questa linea era anche il funzionario di polizia Giuttari ma dire se ad oggi ci sono sviluppi é difficile.

Anzi direi che di sviluppi non ve ne sono da decenni forse perché si sono volute lasciare così le tante domande aperte, si é preferito lasciar morire nella disperazione i genitori delle vittime che , pazientemente ed in silenzio, hanno combattuto a fianco dello Stato fino allo stremo sapendo che non vi era molto altro da fare e sapendo anche che lo Stato agisce secondo dinamiche che non hanno niente a che vedere con la Giustizia.

Una serie sterminata di sospettati oramai per lo più passati a miglior vita e poche certezze;

Tuttavia ….

Nell’ultimo duplice omicidio della coppia di Francesi sulle colline di Firenze il materiale per rinvenire il dna del mostro c’era ed era proprio sulla tenda ove stavano i due sventurati.

Nessuno ha mai voluto però esaminare questi reperti …

lasciamo perdere.

In ultimo, una certezza, chi non era il mostro: Pacciani di sicuro non poteva esserlo …

L’assassino era persona dalle capacità fuori dal comune, addestrata a livello militare e con conoscenze investigative profonde.

Il modus operandi era di tipo blitz, con imboscata fulminea, con colpi portati in rapida successione a distanza ravvicinata in teatro notturno.

Capacità organizzativa e pratica con efficienza 10/10.

Determinazione e letalità 10/10.

Capacità di saper assaltare, dissimulare, praticare staging (in almeno due casi), non lasciare prove 10/10. 

Di Admin

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