De Ficchy Giovanni

Un momento che cambiò per sempre il corso della storia americana.

La scintilla che accese il fuoco della American Liberty fu una semplice moneta da tre centesimi.

La tassa sul tè.

E così fu il 16 dicembre 1773 che i “radicali” bostoniani e i membri di un’organizzazione segreta di patrioti americani chiamata Figli della Libertà salirono a bordo di tre navi della Compagnia delle Indie Orientali al Griffin’s Wharf. Gettarono 342 casse di tè della Compagnia britannica delle Indie Orientali nel porto di Boston.

Questo evento iconico predisse l’imminente rivoluzione contro la tassazione oppressiva e la tirannia, immortalata come il “Boston Tea Party”.

La resistenza alla corona britannica era aumentata da quando il re Giorgio III aveva imposto le ordinanze di assistenza, conferendo alle autorità britanniche il potere di arrestare e detenere i coloni per qualsiasi motivo.

Ha anche imposto atti di legge oppressivi, prendendo di mira i coloni per punizione senza processo.

Il Quartering Act del 1765 autorizzava addirittura le truppe a utilizzare le case dei suoi sudditi coloniali come caserme.

Lo spirito di protesta si era intensificato rispetto alle tasse precedentemente emanate, tra cui lo Sugar Act del 1764, lo Stamp Act del 1765 e i Townshend Acts del 1767.

La crescente resistenza coloniale arrivò allo spargimento di sangue nel marzo 1770, quando le truppe britanniche aprirono il fuoco sui civili a Boston, uccidendo cinque coloni.

Questo evento, ampiamente noto come “Il massacro di Boston”, ha dato credito allo slogan “Nessuna tassazione senza rappresentanza”.

Ma fu il Tea Act del 1773, in base al quale la Corona riscuoteva una tassa di tre pence su ogni libbra di tè importata nelle colonie, a istigare molte proteste del Tea Party e a dare il via alla Rivoluzione americana.

La notizia della protesta del Tea Party a Boston galvanizzò il movimento coloniale che si opponeva agli onerosi atti parlamentari britannici che costituivano una violazione dei diritti naturali, statutari e costituzionali dei coloni britannici.

Nel suo commento al Boston Tea Party, James Madison scrisse: “Il popolo degli Stati Uniti deve la sua indipendenza e la sua libertà alla saggezza di aver individuato, nella minuscola tassa di tre pence sul tè, la grandezza del male compreso nel tè. precedente.”

Un “tre pence sul tè”.

Tre anni dopo, questa ribellione era cresciuta a tal punto che i nostri Fondatori furono disposti a rinunciare alle loro fortune e alla loro vita, apponendo le loro firme su un documento che dichiarava: “Noi riteniamo evidenti queste verità, che tutti gli uomini sono creati uguali , che sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che tra questi vi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità.

Che per garantire questi diritti, tra gli uomini vengono istituiti governi, che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati, che ogni volta che qualsiasi forma di governo diventa distruttiva di questi fini, è diritto del popolo modificarla o abolirla, e istituire un nuovo governo, ponendo le sue fondamenta su tali principi e organizzando i suoi poteri nella forma che sembrerà loro più idonea a incidere sulla loro sicurezza e felicità.

Della Rivoluzione, Thomas Jefferson scrisse: “L’albero della Libertà deve essere rinfrescato di tanto in tanto con il sangue di patrioti e tiranni”.

Di coloro che non sono disposti a combattere per la Libertà, Samuel Adams, un leader dei “radicali” Sons of Liberty di Boston, ha scritto: “Se amate la ricchezza più della libertà, la tranquillità della servitù più dell’animata competizione della libertà, allontanatevi da noi in pace.

Possano le vostre catene pesare su di voi con leggerezza, e possano i posteri dimenticare che eravate nostri connazionali!”

Di Admin

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