De Ficchy Giovanni

Pablo Escobar il famigerato narcotrafficante ucciso nel 1993 dalla polizia colombiana, fece un falò con due milioni di dollari in contanti per evitare che sua figlia morisse di freddo.
Il criminale, ha raccontato in passato uno dei suoi figli, Juan Pablo, non voleva che le persone nella stanza insieme a lui avessero freddo, in particolare la piccola Manuela.
Ma non è tutto…
A quanto pare, ogni volta che Escobar doveva cambiare nascondiglio faceva bendare la sua famiglia così da non farle riconoscere posto e zona (e, di conseguenza, evitare che in caso di cattura trapelassero informazioni).
Medellín non è ora né è mai stata una piccola città povera.
Al contrario, Medellin è stata fondata come centro di estrazione dell’oro nel 17° secolo.
Quando nacque Escobar, Medelín era ciò che rimane oggi, la seconda città più grande della Colombia e un importante centro industriale e finanziario sede di molte delle imprese più importanti del paese.
Che Medellín avesse e abbia ancora persone povere è una cosa molto diversa dal fatto che la città sia povera.
All’apice del successo economico del cartello, “El Patron” – come veniva chiamato Escobar – guadagnava a settimana un totale di 420 milioni di dollari, facendo di lui il drug lord più ricco della storia della criminalità organizzata.
Sebbene sia impossibile calcolare gli esatti guadagni di Pablo e della sua organizzazione, si calcola che in un anno il cartello di Medellìn fosse in grado di riscuotere dalla vendita di cocaina un totale di 22 miliardi di dollari.
Ma sono cifre che non devono sorprendere, se si aggiunge il fatto che per la fine degli anni Ottanta “The King of Cocaine” (altro simpatico appellativo) forniva quasi l’80% della cocaina consumata nel mondo; che si traduceva in un traffico di 15 tonnellate al giorno esportate clandestinamente negli Stati Uniti.
E poiché i ritmi di riciclaggio non erano sufficientemente veloci per lavare il denaro incassato, Pablo Escobar si trovò costretto a sfruttare la tecnica delle buche, ovvero seppellire in anonimi campi grandi quantità di denaro contante. Tanto che ogni anno si affrontava una perdita di circa 2 miliardi (quasi il 10% dei guadagni) a causa di inondazioni o dalle banconote divorate dai topi – come scrive il banchiere di Pablo nel suo libro The Accountant’s Story: Inside the Violent World of the Medellìn Cartel.
Ma la follia del cartello non finisce qua, ogni mese l’organizzazione era costretta a spendere un totale di 2,500 dollari in fasce di plastica usate per impilare il denaro contante.
Oggi un pacco di 500 elastici costa 5 dollari, con l’inflazione fate un po’ voi i calcoli.
Fu la stessa rivista Forbes a inserire Pablo Escobar nella lista dei top miliardari per sette anni di fila, dal 1987 al 1993.
Queste cifre vanno però associate al costo umano che comportò l’attività del cartello di Medellìn.
Pablo Escobar tentò di rovesciare lo Stato colombiano creando nelle aree da lui controllate un ordine civile parallelo.
È anche colpevole di crimini contro l’umanità.
Per raggiungere i suoi obiettivi, era disposto a uccidere non solo attori e agenti statali ma persone innocenti.
Per citare solo un esempio, ha piazzato una bomba a bordo di un volo Avianca da Bogotà a Cali nel tentativo di uccidere un candidato presidenziale.
Quella persona ha perso il volo e la bomba ha fatto esplodere in volo circa 150 persone innocenti.
Sebbene anche questa sia un cifra difficilmente calcolabile, alcuni ipotizzano che l’organizzazione criminale sia responsabile della morte di più di 7.500 persone, tra cui 2000 poliziotti.