De Ficchy Giovanni

Era nell’aria l’accordo tra il gruppo parlamentare europeo ECR, quello che vede nelle sue file Fdi, ed il partito di Orban, il premier Ungherese.

Ed ecco che all’improvviso esplode la polemica per una detenuta italiana, in carcere in ungheria da un anno circa.  

Ma Ilaria Salis purtroppo non è sola: vi sono moltissimi italiani detenuti in carceri straniere.

Sono storie drammatiche e surreali che accomunano molti nostri connazionali, costretti a vivere una detenzione oltre confine che non gli appartiene e a subire, e condividere con i propri cari, eventi dolorosi e incomprensibili nell’indifferenza dei media e delle istituzioni.

Spesso i detenuti italiani vengono sottoposti a umiliazioni e condizioni di vita non compatibili con un concetto di riabilitazione.

Mancano inoltre idonei strumenti di assistenza, con la conseguenza che sovente i detenuti all’estero non ricevono neppure le cure mediche del caso, né un’appropriata difesa legale.

L’Italia non prevede, in questi casi, l’istituto del gratuito patrocinio e anche gli aiuti che possono essere concessi dai Consolati italiani sono solo facoltativi. 

Tutto questo fa sì che le famiglie dei detenuti si trovano ad affrontare problemi immensi con le loro sole forze.

Quanti connazionali conoscono la condizione cui sono costretti a vivere circa tremila italiani che sono detenuti all’estero, talvolta in spregio al diritto internazionale e nell’inadempienza dei consolati patri?

In quanti immaginerebbero mai che il “sogno americano” possa trasformarsi in un incubo vissuto per anni dietro le sbarre, con il rischio di un epilogo mortifero?

O che dietro il miraggio delle spiagge esotiche di Santo Domingo possa nascondersi un fatale imprevisto?

O che il fascino di Paesi come India e Thailandia possa celare aspetti oscuri?

Più del 35 per cento sono persone non ancora condannate, in attesa di estradizione o di giudizio.

Oltre l’80 per cento degli italiani detenuti all’estero si trova in carceri europee, prime tra tutte quelle tedesche che ne ospitano ben 1.079.

Seguono le prigioni spagnole (458), quelle francesi (231), belghe (202), del Regno Unito (192) e della Svizzera (131).

Negli Stati Uniti troviamo 91 connazionali detenuti, in Venezuela 66, in Perù 58, in Brasile 54, in Colombia 30.

Sono 30 anche quelli presenti nelle carceri australiane.

Tra Asia e Oceania ne troviamo 55″.

Di Admin

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