De Ficchy Giovanni

Il papa Bergoglio, rilasciava mesi fà ad una televisione svizzera, una dichiarazione nella quale chiedeva alla nazione e al governo ucraino di arrendersi.
La dichiarazione del pontefice, è tornata alla ribalta in questi giorni, e tutti i media internazionali l’hanno ripresa.
Già.
Una retorica impossibile da accettare, totalmente opposta a quella del Papa polacco.
Un popolo si dovrebbe martirizzare sotto la dittatura di putin?
A questo punto decideranno loro come impiegare la loro vita.
Tutti i sondaggi danno ancora la popolazione ucraina nettamente schierata verso la resistenza…
che senso ha pregarli di arrendersi così non lo capisco davvero.
Si umilia la volontà di un popolo.
Agghiacciante.
Ognuno è libero di vivere la propria sensibilità come vuole, ma pensare che la mancanza di pace sia colpa di chi non si arrende è quasi criminale.
Proprio perché nel caso dell’Ucraina, arrendersi vorrebbe dire sparire.
Nel senso dichiarato – mille e mille volte dai russi – di operare un genocidio dell’identità ucraina.
Qui si fanno i conti senza l’oste, senza attinenze alla realtà.
l’abbiamo vista tutti la mappa di Medveded.

Un sogno mostruoso di suprematismo moscovita, del tutto inattuabile e senza un briciolo di base legale internazionale.
Se non, appunto, quella della conquista militare.
Se accettiamo quello, le guerre diventeranno nuovamente un modo per ampliare i territori nazionale dopo decenni di “moratoria” firmata a Helsinki.
Un mondo bene peggiore di quello attuale, altro che policentrico…

“Anche se ampie parti dell’Europa e molti Stati antichi e illustri sono caduti o potrebbero cadere nella morsa della Gestapo e di tutto l’odioso apparato del dominio nazista, noi non desisteremo né abbandoneremo.
Andremo avanti fino alla fine.
Combatteremo in Francia, combatteremo sui mari e gli oceani, combatteremo con crescente fiducia e con crescente forza nell’aria, difenderemo la nostra isola a qualunque costo.
Combatteremo sulle spiagge, combatteremo sulle piste d’atterraggio, combatteremo nei campi e nelle strade, combatteremo sulle colline, noi non ci arrenderemo mai”.
II primo ministro Winston Churchill, 4 giugno 1940 faceva questa affermazioni a chi gli chiedeva di arrendersi