De Ficchy Giovanni
Giornalista esperto in Geopolitica

La Russia già adesso non riesce a sottomettere un esercito piccolo come quello ucraino e che non ha nemmeno il meglio dell’armamentario Nato.
Anzi la guerra ha logorato l’esercito russo che quindi è stato costretto a coinvolgere i riservisti.
Quindi attualmente la Russia ha un esercito molto logorato.
una eventuale guerra la Russia ne uscrebbe con le ossa rotte, basta pensare soltanto al blocco definitivo del gasdotto Nord Stream 2 dove la russia ha investito miliardi, e come sappiamo tutti la maggior parte di introiti la Russia li ricava dalla vendita del gas.
Una eventuale guerra non sarebbe come l’annessione di parte della Crimea, ma molto, molto piu’ costosa anche in fatto di perdita di vite umane e a parte i soldati questo rappresenta per tutte le parti belligeranti minor forza lavoro e tanto da ricostruire una volta terminata la guerra.
Quello di cui Putin accusa l’occidente e’ solo una frottola, oggi non ci sono piu’ confini sicuri, nessuno invaderebbe la russa a cavallo come fece Bonaparte, o su autocarri e cingolati come fece la Germania, oggi a valicare i confini russi penserebbero i missili intercontinentali, da Lampedusa un missile puo’ raggiungere i Kremlino in pochi minuti , o addirittura dall”Australia un missile sibsonico puo’ farsi il giro del mondo tranquillamente prima di arrivare su Mosca, e Putin come tutti gli altri sanno benissimo che e’materialmente impossibile abbatterli tutti.
Quindi le sue sono frottole, Putin stava e continua a tastare il polso dell’occidente visto come gli e’ andata nel 2014, forse sperava che nessuno avrebbe mosso un dito, sperava e spera di cavarsela con qualche altra sanzione cosa che alla fine non lo diturba molto chi ne ha risentito molto di piu delle sanzini, come sempre e’ stato il popolo e non lui e nemmeno i suoi amici oligarchi.
La Nato invece ha un esercito perfettamente efficiente che non ha affrontato nessuna guerra e che è meglio equipaggiato e molto più fresco.
Quindi dipende da chi attacca per primo e da come attacca.
Un conto è una Nato che subisce un attacco a sorpresa, o comunque con scarso preavviso dalla Russia.
Altro conto è una Nato che ha avuto il tempo di pianificare la difesa e/o addirittura un attacco preventivo.
Ovviamente parliamo di una guerra convenzionale.
Poi dovremmo metterci d’accordo sul significato da dare al termine “sconfiggere”.
Significa piantare la bandiera Nato sul Cremlino?
Significa una dichiarazione di resa?
O basta degradare le capacità militari russe al punto da renderle incapaci di continuare la guerra?
La risposta a ciascuna di queste domande comporta una diversa prospettiva di durata di un conflitto.
Provando a ipotizzare l’esplosione di un conflitto che non avvenga del tutto a sorpresa ma che nemmeno dia moltissimo tempo di preavviso, lo scenario più logico è quello di una Nato impegnata via terra a contenere le forze russe nell’Europa centro-settentrionale, via aria a proteggere lo spazio aereo europeo e ad attaccare gli obiettivi russi (aeroporti militari in primis) e via mare a eliminare le forze navali russe.
Sotto: la pianta di una esercitazione russa (Zapad 17
che simulava un attacco alla NATO, nel 2017.
In pratica avremmo un scenario di contenimento sul fronte terrestre, di interdizione sul piano aereo e di attacco sul piano navale.
Affinché si passi a una fase di vero e proprio contrattacco o attacco sul piano terrestre, è necessario che dagli Stati Uniti giungano le forze necessarie.
Probabilmente sul piano navale ci vorrà relativamente poco tempo per annientare la flotta russa e acquisire il controllo completo dei mari, ma sul fronte terrestre le cose saranno molto più lunghe e complicate.
Non credo che la Nato intenda contrattaccare prima di aver conseguito una superiorità aerea totale e di aver bersagliato dall’aria, a dovere, tutti gli obiettivi russi.
La guerra in Iraq del 1990–91 durò poco più di un mese ma solo 100 ore furono di combattimenti terrestri, il resto fu dedicato alla campagna aerea che preparò l’attacco terrestre.
Ma c’erano voluti cinque mesi per preparare la forza d’attacco.
Quindi credo che, una volta inchiodate le forze terrestri russe, non ci sarà nessun attacco prima che l’aviazione abbia conseguito la superiorità aerea e abbia martellato a dovere gli obiettivi russi, sia sul fronte che nelle retrovie che in profondità.
Ci vorranno mesi per avviare una campagna terrestre che consenta di chiudere la partita senza perdite eccessive.
E questo, nel caso tutto vada nel verso giusto.
Ma le incognite sono tante e tante cose potrebbero andare storte e allungare parecchio i tempi.