Mitologia Greca il mito di Danae

Danae

Danae

Danae, la bellissima principessa di Argo, viene imprigionata.

Sebbene innocente, rimarrà in prigione.

E, nella grande prigione di bronzo, non può far altro che piangere.

Rimpianti mattine, pomeriggi e notti fatti di solitudine, angoscia, disperazione.

La sua solitudine è interrotta solo dalla domestica che gli porta cibo e acqua. Inoltre la chiusura è totale.

Danae non può più godersi il calore e la luminosità del sole.

Né percepisce la musicalità dei fiati. Non riesce nemmeno a catturare le voci umane.

La lunga interazione con le persone e la natura appartiene al passato.

Il dolore che gli ferisce il cuore è causato dal re Acrisio, suo padre.

Consapevole del problema della successione, si era recato da Argo a Delfi, per chiedere all’Oracolo se avesse ancora figli maschi che ereditassero i suoi domini.

La risposta però lo lasciò preoccupato e triste: oltre a non avere più figli, Acrisio sarebbe dovuto morire per mano del nipote.
Impaurito, il sovrano decise di impedire a Danae di sposarsi.

Per tenerla lontana dai numerosi corteggiatori che la corteggiavano, fece costruire una torre di bronzo, e in essa rinchiuse la sua unica figlia.

In questo modo pensava di allontanare, per sempre, la grande minaccia.

Nella sua disperazione, la principessa imprigionata la fa solo piangere.

Un grido così amaro e così toccante da commuovere il cuore dello stesso Zeus (Giove).

Muri e distanze non bastavano a nascondere agli occhi del Signore dell’Olimpo né l’ingiustizia di cui fu vittima la giovane, né l’estrema bellezza della prigioniera.

E, dopo aver contemplato la sua sofferenza e ammirato la sua bellezza, il dio finisce per innamorarsi.

Ispirandosi alle lacrime di Danae, si trasforma in pioggia dorata, gocce dorate di passione.

E, attraverso una stretta fessura dell’ampia prigione, l’amante raggiunge la sua amata e l’abbraccia con gioia e piacere intensi.

Partecipato. Il dio, in un momento di inarrestabile ardore.

La Vergine. in un atto di perenne liberazione e duraturi momenti di intenso, caldo amore.

Così fu generato Perseo

“Danae”, Milo Manara

Rispondi