De Ficchy Giovanni

Le due guerre scoppiate recentemente, sia quella della aggressione russa all’Ucraina , come quella seguita alla vile aggressione di Hamas, ad Israele, con la risposta conseguente nella striscia di Gaza, hanno in comune lo svolgersi nel teatro del Mediterraneo.

Entrambe i conflitti hanno inoltre una forte connotazione ideologica che va molto al di là dei motivi idiosincratici e locali che le animano: entrambe, infatti, rappresentano un attacco all’ordinamento internazionale egemonizzato dall’Occidente che ha caratterizzato il periodo storico dopo la Seconda guerra mondiale.

Il contesto tecnologico, sociale, culturale ed economico in cui viviamo pone nuove sfide che impongono di ripensare il modo con cui si articolano i processi democratici. 

Da una parte paesi emergenti come la Russia, l’Iran, con i loro paesi satelliti quali, Siria, Libano , dall’altra Israele, e l’Ucraina.

Da sempre, “Terre Sante”, per le tre grandi religioni monoteiste.

Da sempre, il Mediterraneo costituisce un punto di faglia tra i tre grandi continenti del mondo antico, l’Africa e l’Asia e naturalmente l’Europa.

Si contrappongono i valori occidentali visti in contrapposizione con altri valori, spesso sottintesi, talora indeterminati , e diversi tra loro di cui si fanno portatori i paesi emergenti, uniti spesso solo dai loro propositi antioccidentali. 

E’ quindi una strettoia per avere il controllo del pianeta.

Misura pro attiva della comunità internazionale, dove il Nostro paese potrebbe “giocare” un ruolo fondamentale, potrebbe essere rappresentata da una conferenza di pace ai massimi livelli, partendo da una tregua, con la partecipazione degli esponenti delle tre grandi religioni.

Si affaccia così “la teologia del Mediterraneo”, il Mare Nostrum è da sempre un crogiolo di fedi e culture. Rimetterle in dialogo, oggi è più che mai necessario.

La storia e la geografia di questo luogo sono generatori di “meticciati”.

Una teologia del Mediterraneo deve essere tessuta a partire da questa narrazione.

Per il Cristianesimo latino,  la teologia dal Mediterraneo va intesa come una «scienza delle frontiere» in cui il mare diventa metafora classica della «navigazione» aperta alla ricerca mai appagata e i «ponti», le «strade» e le «piazze» del mondo antico divengono i simboli dell’incontro tra culture diverse.

Di Admin

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