De Ficchy Giovanni

C’è una politica donna tra gli oppositori più strenui del regime di Nicolas Maduro,
che spera finalmente nella democrazia reale per il paese.
Ma, osservando le dinamiche politiche che si sviluppano dove si celebrano osannate elezioni nelle quali la massa è illusa di essere partecipe, come in Venezuela.
Si comprende che in questo paese le votazioni sono una maschera di legittimità che serve per coprire una imposizione governativa lontana dalla realtà dei consensi.
C’è una donna a sostenere il nuovo presidente eletto del Venezuela , Edmundo González Urrutia.
Chi è Corina ?
Lei ha una lunga storia, prima di attivista civile e poi di oppositrice politica, segnata dalla persecuzione del regime.
Un giorno la definirono “la donna che ha fatto stare zitto Chávez.”
Oggi è la leader dell’opposizione che denuncia i brogli elettorali e cerca di mettere Nicolás Maduro con le spalle al muro, a convincerlo a mollare il potere.
All’anagrafe María Corina Machado Palasca, leader politica di Vente Venezuela di cui è stata anche fondatrice, fiera paladina antitotalitaria che ha vissuto sulla sua pelle i modi forti del presidente venezuelano.
E’ nata nel 1967, primogenita di quattro figli, la biografia di Corina Machado è da manuale della buona borghesia.
È cresciuta nella bambagia di una famiglia che l’ha sempre protetta dalla realtà, come ha rivelato lei stessa al NYT.
L’origine benestante le ha consentito di studiare in un istituto cattolico privato, di frequentare una scuola in Massachusetts, di visitare l’Europa liberamente.
Laureata in ingegneria e successivamente diplomata a un master in economia alla IESA, la business school di Caracas, Corina Machado ha tre figli e un ex marito, Ricardo Sosa Branger, sposato nel 1990 e lasciato 11 anni dopo.
Corina Machado in Venezuela è voce e volto dell’opposizione a partire dal nuovo millennio.
E’ in parte una Lady di ferro, come Margaret Thatcher, per la ricetta liberale attraverso cui intende risollevare l’economia, e metà Pasionaria, come Dolores Ibárruri, per il coraggio con cui difende la democrazia .
Nei dodici anni di potere di Maduro, otto sono stati di recessione e quattro di iperinflazione che hanno portato il Venezuela da paese più ricco a quello più povero dell’America Latina.
Una crisi economica che ha portato almeno sette milioni di venezuelani a emigrare; considerando che la popolazione della nazione supera di poco i ventotto milioni.
Nel paese Sud Americano, purtroppo non ci sono gli anticorpi della democrazia liberale, così il cancro socialista si sviluppa mette le metastasi e devasta anche il più florido dei Paesi: pensate alle enormi ricchezze naturali di cui dispone il Venezuela e comparatele alle condizioni di estrema povertà in cui vive il popolo venezuelano.

Dopo la sconfitta alle elezioni del 28 Luglio, il regime comunista, guidato dai cubani, ha reagito molto male, arrestando più di 2500 persone, di tutte le età e condizioni sociali, cercando di incutere il “terrore”, e spaventare il popolo.
Maduro, è disposto a tutto, pur di conservare il potere e ha cercato di falsare il voto, inviando squadracce di criminali a minacciare gli elettori e a rubare le urne con le schede già votate, per poi sostituirle con altre precompilate a vantaggio del dittatore.
Omicidi e arresti indiscriminati e torture , quali introduzione di oggetti appuntiti in aree dolorose.
Frustate fino a far perdere la pelle o le unghie.
Manette in metallo che stringono ai polsi causando forte dolore, e dove inoltre vengono applicate scariche elettriche alla vittima.
Soffocamento.
Scariche elettriche dopo aver bagnato le persone, o mentre sono legate a oggetti metallici.
Maria Corina, rischia tutto questo, con uno spirito patriottico incredibile, una convinzione di fede assoluta, armata solamente di una corona di rosari, e della verità, un coraggio assoluto, quasi venato di follia.