De Ficchy Giovanni

Un documento del 2005 realizzato dall’autorità di bacino del Reno, è spuntato all’improvviso, e già a quel tempo identificava i luoghi e le zone a rischio idrogeologico, indicando già quali dovrebbero essere stati gli interventi da effettuare, proprio per mitigare gli effetti idrogeologici dell’area.
Piano di Stralcio per l’Assetto Idrogeologico, con la mappa degli interventi da effettuare.
Gli interventi, infatti erano stati messi a quel tempo già nero su bianco e comunicati alla Regione Emilia Romagna, peccato che questa non ha fatto poi nulla.
Altro elemento che mette semmai definitivamente in crisi la narrativa della sinistra, che accreditava il modello Emilia Romagna, quale esempio di “buon governo”.
Alcune situazioni che si sono verificate negli ultimi anni potevano essere evitate, ad esempio; fiumi di fango, esondazioni dei fiumi, famiglie sfollate ed imprese distrutte e da ricostruire.
Il piano prevedeva un fabbisogno di massima di Euro 11.700,00, ed aveva indicato in maniera dettagliata gli interventi a seconda se nelle zone vi era la presenza di persone o meno.
Un esempio lampante è quello del Comune di Budrio che già nel 2003, aveva bisogno di lavori di messa in sicurezza, il comune è stato cos’ inondato diverse volte negli ultimi anni, tanto che è diventato il simbolo delle alluvioni in Emilia Romagna.
Queste notizie mi sollecitano quindi alcune considerazioni, che riguardano le dinamiche ambientali ed economiche, che evidenziano semmai sia mai esistita una buona amministrazione della regione, già da tempo si è esaurita.