
Mantova, Palazzo Te è un capolavoro dell’architettura e dell’arte tardo-Rinascimentale, progettato e decorato da Giulio Romano nei primi decenni del Cinquecento.
Contrariamente a quanto molti pensano, il nome dell’edificio non è “Palazzo del Te” ma semplicemente “Palazzo Te”; Te è in questo caso una contrazione dell’antico toponimo “Teieto” che identificava l’isoletta sul fiume Mincio su cui venne costruito il palazzo.
Tra i più affascinanti esempi di architettura monumentale in Italia, l’edificio di Palazzo Te fu progettato da Giulio Romano tra il 1524 e il 1530 come palazzo di piacere per Federico II Gonzaga, Duca di Mantova .“[Giulio Romano e il marchese Federico II Gonzaga*] se n’andarono fuor della porta di S. Bastiano, lontano un tiro di balestra, dove sua eccellenza aveva un luogo e certe stalle chiamato il T(e) […]

E quivi arrivati, disse il marchese che avrebbe voluto, senza guastare la muraglia vecchia, accomodare un poco di luogo da potervi andare ridurvisi al volta a desinare, o a cena per ispasso.” Giorgio Vasari, 1568. * Federico II era Marchese di Mantova all’epoca, venne successivamente elevato al rango di duca nel 1530.
Giulio Romano, che era stato in precedenza un allievo di Raffaello a Roma, incorporò le stalle preesistenti in una residenza sontuosa, la cui architettura fu ispirata a quella delle ville dell’antica Roma.
Il complesso è formato da un edificio a pianta quadrata costruito attorno ad un cortile centrale.
Il lato est del palazzo è completato da un porticato che si apre su un giardino fiancheggiato da due ali – una delle quali un tempo ospitava una citroniera – a cui è collegato da un ponte pedonale; un emiciclo colonnato (l’ Esedra) chiude il giardino sul lato opposto all’edificio principale.

Il complesso comprende anche un piccolo edificio con un giardino interno, conosciuto come Appartamento del Giardino Segreto, che il Marchese usava come piccola residenza intima e privata.
Oltre che come straordinaria opera architettonica, Palazzo Te è celebre per gli affreschi che decorano i suoi ambienti.
Gli affreschi e l’apparato decorativo furono realizzati da Giulio Romano insieme ad un gruppo di allievi e collaboratori che comprendeva anche, tra altri, Raffaellino del Colle e Rinaldo Mantovano.
Gli affreschi ornano le sale sia della residenza principale che dell ”Appartamento”, fra le più note ricordiamo la Camera di Ovidio o delle Metamorfosi, la Camera dei Giganti, la Camera di Amore e Psiche e la Sala dei Cavalli.