Tutti i ponti costruiti nella storia dell’umanità hanno sempre generato benefici: non esiste un solo caso in cui un ponte non abbia portato miglioramenti. È un dato di fatto inconfutabile, paragonabile all’affermazione che 2 + 2 fa 4.

Costruire ponti ha sempre reso la vita delle persone migliore, ed è universalmente riconosciuto come una scelta vantaggiosa.

Eppure, secondo alcuni, il ponte di Messina rappresenterebbe un’eccezione: sarebbe il primo ponte nella storia del pianeta, in 4,5 miliardi di anni, a non portare benefici, ma addirittura effetti negativi.

Chiunque abbia un minimo di logica e razionalità non può che riconoscere quanto sia insensato questo ragionamento.

È chiaro chi si schiera dalla parte della ragione e chi invece sceglie di rinnegare scienza, logica e persino matematica.

Il sistema di sospensione del Ponte sullo Stretto di Messina prevede l’impiego di quattro grandi cavi di sospensione, ciascuno con un diametro di 1,26 metri, realizzati dalla società giapponese IHI, leader mondiale nel settore. Un sistema simile è stato adottato per il ponte George Washington negli Stati Uniti, anche se con cavi di diametro inferiore, data la luce minore del ponte americano. Si tratta, dunque, di una tecnologia già collaudata e applicata in contesti simili.

Le tecnologie impiegate per il ponte di Messina sono state già sperimentate in altri ponti sospesi nel mondo, adattandole semplicemente a proporzioni diverse. Il principio di funzionamento dei ponti sospesi, infatti, rimane invariato indipendentemente dalle dimensioni. Secondo i maggiori esperti internazionali, le attuali tecnologie consentono di costruire ponti sospesi con luci fino a 5 km senza particolari difficoltà.

Per il Ponte sullo Stretto di Messina, i migliori esperti mondiali hanno progettato una soluzione definitiva con una luce di 3 km, sufficiente a superare il tratto di mare senza la necessità di costruire torri di sostegno in acqua, un’operazione estremamente complessa nel nostro caso specifico.

La luce di un ponte è un parametro cruciale poiché i costi aumentano proporzionalmente al quadrato della sua lunghezza. Per questo motivo, gli ingegneri cercano generalmente di limitare la luce a 1,5-2 km. Tuttavia, nel caso del ponte di Messina, questa soluzione non era praticabile.

Attualmente, i tecnici stanno sviluppando tecnologie avanzate che potrebbero consentire la realizzazione di ponti con luci fino a 10 km, come richiesto per il futuro ponte sullo Stretto di Gibilterra e altre opere simili. Nel frattempo, in Cina è in costruzione un ponte con una luce di 2.300 metri, mentre in Norvegia è previsto un ponte con una luce di 3.700 metri, che supererà il record progettuale del Ponte sullo Stretto di Messina.

È importante sottolineare che il Ponte sullo Stretto di Messina utilizza tecnologie di terza generazione rivoluzionarie, in grado di ridurre drasticamente la massa dell’impalcato. Questo progresso tecnologico consente di diminuire significativamente lo sforzo richiesto ai cavi di sospensione, anche mantenendo una luce maggiore.

Un esempio illuminante è rappresentato dal Ponte sullo Stretto di Akashi, in Giappone, che utilizza un impalcato reticolare irrigidente di prima generazione. Nonostante la luce di Akashi sia di circa 2 km, lo sforzo sui cavi è paragonabile (80%) a quello del Ponte sullo Stretto di Messina, la cui luce supera i 3 km. Questo confronto dimostra come le innovazioni adottate per il ponte di Messina offrano un notevole miglioramento in termini di efficienza strutturale e prestazioni complessive.

Infatti, anche dal punto di vista delle oscillazioni laterali, il Ponte sullo Stretto di Messina si distingue per una maggiore stabilità. Il Ponte di Akashi, per esempio, può oscillare lateralmente fino a 20 metri in caso di venti eccezionalmente forti, mentre il Ponte di Messina, nonostante la luce maggiore, può oscillare al massimo di 10 metri, ovvero la metà. Questo risultato è possibile grazie a tecnologie avanzate di smorzamento dei venti e al design ottimizzato, che assicurano una maggiore sicurezza e affidabilità anche in condizioni atmosferiche estreme.

Di Admin

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