La Casa Bianca riconosce il ruolo dei new media e mette il lavoro dei “content creator” alla pari di quello dei professionisti dell’informazione.

Non saranno più solo i giornalisti dei media tradizionali a seguire i briefing della portavoce. Karoline Leavitt, scelta da Donald Trump per ricoprire questo importante incarico, ha fatto sapere che una nuova sezione della James Brady Press Briefing Room sarà riservata a “chiunque produca contenuti informativi legittimi” quindi, ha aggiunto, a “giornalisti indipendenti, podcaster, influencer sui social media e creatori di contenuti”.

La tattica di Trump per rompere il monopolio dei big

“La Casa Bianca di Trump, ha sottolineato ancora Leavitt, si rivolgerà a tutti gli organi di stampa e personalità, non solo i media con una tradizione alle spalle che sono seduti in questa sala.

È per noi essenziale condividere il messaggio di Trump ovunque e adattare questa Casa Bianca al nuovo paesaggio dei media nel 2025”.

A prendere per primi la parola nella conferenza stampa di martedì sono stati Mike Allen, cofondatore del seguitissimo Axios, sito di notizie politiche Usa nato nel 2016, e poi Matthew Boyle, capo della redazione di Washington di Breitbart News, la rete fondata dall’ideologo della destra populista Steve Bannon.

Pass ripristinati per chi era stato punito da Biden

Il nuovo corso trumpiano prevede anche l’imminente ripristino dei pass per 440 persone a cui erano stati “revocati scorrettamente dalla precedente amministrazione”.

Un esercito di cronisti insubordinati e indipendenti per contrastare le testate mainstream.

Una giovane a garanzia dei giovani: “È un fatto che gli americani fruiscano delle notizie diffuse su piattaforme diverse, in modo particolare i giovani. E come più giovane portavoce della storia (Karoline Leavitt ha 27 anni, ndr) grazie al Presidente Trump, sono onorata di aprire questa stanza alle voci dei nuovi media, perché possano condividere il messaggio con più americani possibile”.

I numeri da capogiro dei Podcasters

Il New York Times ha titolato “Welcome Podcasters”, riferendosi ai creatori di contenuti che Dana White, il presidente della Ultimate Fight Championship vicinissimo a Trump e da qualche settimana nel cda di Meta, ha citato nel discorso di ringraziamento per la vittoria (i Nelk Boys, Adin Ross, Theo Von, Bussin’ with the Boys e Joe Rogan).

Alcune di queste figure legate a doppio filo alla comunicazione e al mondo audio erano in prima fila al giuramento del tycoon. Il Financial times ha parlato di “rivoluzione sismica” del panorama dei media.

Tradizionalmente, l’ingresso alla sala briefing viene assegnato dalla Correspondents Association che negozia con l’entourage del Presidente accesso e logistica. I nuovi comunicatori sono uniti da un comune denominatore: si contraddistinguono per l’aperta ostilità alla correttezza politica, il fact checking inesistente e la scelta di puntare sulla cosiddetta “voce autentica”.

I numeri sono sensazionali. I primi dieci podcast per audience rendono ai loro proprietari fra i 10 e i 50 milioni di dollari l’anno.

Con un milione di dowloads, riescono a portare a casa fra i 50 e i 100mila dollari al mese.

A fronte di costi di produzione minimi.

Il fenomeno Rogan

Joe Rogan, con i suoi 19 milioni di abbonati su Youtube e 15 su Spotify, è il più celebre tra i suoi colleghi. Il suo podcast “The Joe Rogan Experience”, nato nel 2009, ha fatto subito segnare ascolti da capogiro. L’anno successivo al debutto ha firmato un accordo da 200 milioni di dollari con Spotify, rinnovato lo scorso anno per 250 milioni. L’80 per cento dei suoi ascoltatori sono uomini, la metà dei quali ha fra i 18 e i 34 anni.

La sua intervista dello scorso ottobre a Donald Trump ha raccolto 50 milioni di visualizzazioni. Ex sostenitore di Bernie Sanders, a poche ore dall’apertura delle urne Rogan si è collocato nel campo trumpiano.

L’impegno di Karoline Leavitt e della Casa Bianca

Quella della presidenza, è anche una chiara scelta anti-establishment. “Sappiamo per certo che sono state promosse bugie da molti media tradizionali su questo Presidente”, ha detto Leavitt, impegnandosi a “dire la verità da questo leggio ogni giorno” e garantendo che la Casa Bianca farà i nomi dei media che promuovono la disinformazione

Di Admin

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