
Le intercettazioni della Polizia relative all’indagine sul clan Uditore, pubblicate da Repubblica, confermano la preoccupazione della criminalità organizzata per la linea dura del governo in materia di carcere duro.
In particolare, alcuni boss hanno espresso insulti e minacce nei confronti della premier Giorgia Meloni, accusandola di non aver ammorbidito il 41 bis dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro.
Tra le intercettazioni pubblicate, emerge la voce di Salvatore Inzerillo, storico trafficante di droga tra Sicilia e Stati Uniti, che lamenta: “Ora che hanno arrestato Messina Denaro lo potrebbero levare il 41 bis”
Il regime del 41 bis e l’ergastolo ostativo sono strumenti fondamentali della legislazione antimafia italiana e il governo Meloni ha più volte ribadito la volontà di mantenerli inalterati.
Sin dal suo insediamento, il governo ha puntato su una politica di tolleranza zero nei confronti della criminalità organizzata. Il primo provvedimento varato in materia di giustizia ha riguardato proprio la salvaguardia dell’ergastolo ostativo, garantendo che i reati di mafia continuino a essere perseguiti con il massimo rigore.
Sul tema è intervenuto anche il senatore di Fratelli d’Italia, Raoul Russo, membro della Commissione parlamentare antimafia: “Il governo Meloni, sin dai primi atti del suo insediamento, si è impegnato in materia di legalità e contrasto alle mafie e oggi va dritto per la sua strada”.
Le intercettazioni dei boss confermano che la strategia del governo sta avendo un impatto reale, rafforzando l’idea che il 41 bis e le misure di sicurezza adottate restino un punto fermo nella lotta alla mafia.