
Il quorum risponde ad un principio democratico molto valido : “ volete cambiare una legge che non vi piace ?!
“Bene, dovete essere in tanti a volerlo! Non basta un gruppetto sparuto di persone.”
Il QUORUM esiste perché vi è tutelata la legittima aspettativa di non essere obbligati ad aderire alle pretese altrui, soprattutto quando si ha già manifestato il proprio pensiero tramite il principio della rappresentatività.
l quorum nel referendum abrogativo tutela la legittima aspettativa di non essere obbligati a aderire a pretese altrui, dato che la propria opinione è già stata espressa tramite la rappresentanza parlamentare.
Esso si applica solo al referendum abrogativo, perché la legge in questione è già legittima e riflette la volontà popolare espressa attraverso i rappresentanti.
Pertanto, un cittadino non è tenuto a esprimersi su una legge che lo rappresenta già.
Chi desidera contestarla deve raggiungere un numero sufficiente di voti, senza riversare su altri la responsabilità del proprio dissenso, poiché il giudizio sulla legge è già stato espresso tramite l’approvazione parlamentare.
La democrazia rappresentativa si fonda proprio su questo principio: l’elezione di individui che, in teoria, dovrebbero agire nel migliore interesse della collettività.
Contestare sistematicamente ogni decisione, invocando un’implicita incompetenza o malafede dei rappresentanti, significa minare le fondamenta stesse del sistema.
Certo, l’approvazione parlamentare non è infallibile e non rappresenta necessariamente l’unanimità del pensiero popolare.
Ma il meccanismo predisposto per correggere eventuali storture è quello elettorale, la possibilità di scegliere, alle successive tornate, nuovi rappresentanti che incarnino una visione più vicina alle proprie.
L’insoddisfazione e il dissenso sono legittimi e necessari per il progresso sociale, ma devono tradursi in un impegno attivo, in una partecipazione costruttiva al dibattito pubblico, non in una sterile lamentela o in una delegittimazione a priori del processo decisionale.
Il peso di una legge, una volta approvata, grava su tutti, ma la responsabilità di cambiarla, se ritenuta ingiusta, ricade su chi la contesta, il quale ha il dovere di aggregare consenso e presentare alternative concrete.
Altrimenti, il silenzio equivale ad assenso, e la critica fine a sé stessa non produce alcun cambiamento reale.
Il quorum risponde ad un principio democratico molto valido : “ volete cambiare una legge che non vi piace ?!
voi che la volete cambiare, dovete avere i numeri per farlo ..e non gli altri che l’hanno approvata tramite i loro rappresentanti in parlamento”
Diversamente, il quorum sarebbe un istituto incostituzionale … e invece, proprio per quanto ho appena scritto, non lo è