Catechesi di padre Masseo:
Pentecoste, lo Spirito Soffocato dal Silenzio

Cari fratelli e sorelle,
Pentecoste è la festa del Fuoco, della Voce, del Soffio di Dio che irrompe nella storia, che illumina e fortifica i cuori, che risveglia coscienze e anima il cammino dei discepoli di Cristo. È la festa dello Spirito Santo Paraclito, il Consolatore, il Difensore, Colui che rompe le catene della paura e accende il coraggio della testimonianza.
Eppure, oggi, mentre celebriamo il dono di Dio, siamo costretti a chiederci: dov’è il Paraclito, dov’è la sua forza, il suo vento impetuoso? Perché il mondo tace dinanzi all’orrore? Perché il fuoco dello Spirito sembra spento nei cuori dei potenti, nei palazzi dove si decidono le sorti degli innocenti, nelle strade insanguinate della storia?
Gaza brucia, il mondo resta cieco e muto. L’innocenza cade, la giustizia dorme. Il sangue e le lacrime gridano, ma il cielo sembra sordo. Laddove il Paraclito dovrebbe consolare, difendere, ardere di giustizia, oggi appare paralitico, immobilizzato dalla nostra indifferenza, dalla nostra viltà.
Fratelli, sorelle, non possiamo celebrare Pentecoste senza interrogarci sulla nostra fede. Essere cristiani significa essere infiammati dallo Spirito, essere testimoni di una giustizia che non può accettare il silenzio dinanzi al dolore. Lo Spirito Santo non è un’idea, un’emozione passeggera, un rito da consumare ogni anno per tradizione. È forza, è voce, è rivoluzione dell’amore.
Se lo Spirito sembra muto oggi, è perché noi lo abbiamo tradito. Perché abbiamo preferito il quieto vivere al coraggio. Perché abbiamo chiuso gli occhi davanti alle lacrime, perché abbiamo lasciato che il mondo spegnesse la fiamma della giustizia. Ma lo Spirito non muore. Lo Spirito attende. Attende che qualcuno, finalmente, apra il cuore, ascolti il suo grido e si alzi.
Pentecoste non è la festa della rassegnazione, ma della trasformazione. Se il Paraclito sembra paralitico, siamo noi a doverlo risvegliare. Siamo noi a dover gridare, annunciare, lottare. Siamo noi a dover essere, con la nostra vita, testimoni di un Dio che non accetta il silenzio davanti alla sofferenza.
Cristo è risorto perché la morte non avesse più l’ultima parola. Noi, oggi, siamo chiamati a far sì che la giustizia non sia soffocata dall’indifferenza. Pentecoste sia per noi il giorno in cui lo Spirito torna a parlare, attraverso i nostri cuori, le nostre mani, la nostra voce.
Buongiorno a tutti nel risveglio dello spirito Santo nella nostra vita.
+Padre Masseo