L’azione investigativa, coordinata dalla sezione Contrasto al Crimine Diffuso della squadra mobile barese, rientra in un più ampio dispositivo di prevenzione contro i reati predatori che negli ultimi mesi hanno colpito con forza il territorio pugliese, in particolare la zona della Capitanata, già teatro di numerosi assalti violenti a furgoni blindati.

Un’operazione fulminea della Polizia di Stato ha sventato ieri mattina un probabile assalto armato a un furgone portavalori diretto verso la provincia di Foggia.
Quattro uomini, di età compresa tra i 34 e i 60 anni, sono stati arrestati in flagranza di reato nel quartiere San Girolamo di Bari.
A vario titolo, sono accusati di ricettazione, porto abusivo d’arma e detenzione di dispositivi elettronici vietati.
In carcere Felice Campanale, domiciliari pre-cautelari per Enrico Lopez, Alessandro e Andrea Pisani.
Intanto, il video del blitz è diventato virale su social e chat.
Arrestati dalla Polizia di Stato mentre stavano andando a rapinare un furgone portavalori nella zona di Foggia!
Complimenti alla Squadra Mobile di Bari
I malviventi, tutti con precedenti specifici, sono stati bloccati prima che potessero mettere in atto il loro piano criminale.
Avevano con sé armi e attrezzature sofisticate per forzare il blindato.
Un plauso va a tutti gli agenti coinvolti nell’operazione che, con professionalità e coraggio, hanno sventato una rapina che avrebbe potuto avere conseguenze gravissime.
Le indagini proseguono per accertare eventuali complici.
Gli inquirenti non escludono che l’aggressore abbia agito su commissione o con il supporto logistico di altre persone.
Si stanno analizzando tabulati telefonici e immagini delle telecamere di sorveglianza della zona per ricostruire i movimenti dell’uomo prima e dopo l’agguato.
Particolare attenzione viene rivolta anche ai social media, alla ricerca di eventuali messaggi o rivendicazioni che possano far luce sul movente dell’azione criminale.
In questo contesto, gli investigatori stanno monitorando attentamente le piattaforme online, alla ricerca di indizi che possano collegare l’attentatore a gruppi estremisti o individui con idee radicali.
L’analisi dei social media si concentra anche sull’identificazione di potenziali complici o persone che potrebbero aver avuto contatti con l’autore dell’attacco prima dell’evento.
Le autorità competenti stanno collaborando con esperti di cybersecurity per tracciare l’origine di eventuali messaggi sospetti e per identificare eventuali schemi di comunicazione che possano rivelare ulteriori dettagli sull’organizzazione o la pianificazione dell’attacco.
