De Ficchy Giovanni

Zelenskyi lo aveva detto, un anno e mezzo fa: “Avremo un’armata di drone, costruiremo le nostre armi a lungo raggio”.

E, come si è verificato puntualmente in questi anni, alle parole sono seguiti i fatti.

Ha creato un comando indipendente per la gestione dei drone:

E ha concentrato le risorse produttive per costruire non migliaia, ma milioni di drone:

Defense Post

Di fatto, i drone FPV ucraini hanno falciato la fanteria russa, i mezzi blindati e corazzati, le artiglierie, provocando un significativo rallentamento dell’avanzata russa sul fronte, spesso bloccandola del tutto e qualche volta riuscendo persino a trasformarla in arretramento.

I drone a lungo raggio, invece, hanno colpito i radar e i sistemi missilistici della difesa aerea russa, permettendo all’aviazione ucraina di operare ormai quasi indisturbata fin sulla linea del fronte, dove concentramenti di truppe, depositi e centri di comando vengono ormai quotidianamente colpiti dalle bombe plananti intelligenti sganciate dai caccia ucraini.

E sempre i drone a lungo raggio stanno colpendo in profondità nel territorio russo. Raffinerie, infrastrutture ferroviarie, depositi e fabbriche di armi e munizioni, aeroporti.

Adesso, gli ucraini stanno immettendo in servizio tre nuovi modelli di drone che promettono molto bene.

L’FP-1 è un drone a elica, lanciato da rampa con razzi ausiliari:

L’FP-1 può colpire fino a 1600 km di distanza, con una testata esplosiva di ben 120 kg e costa poco più di 50.000 dollari (United24Media).

Per confronto, gli Shahed / Geran-2 russi costano quasi 200.000 dollari al pezzo e hanno una testata esplosiva da 90 kg.

Questo indica che gli ucraini sono riusciti a realizzare un drone migliore degli Shahed ma non è questo il punto.

L’aspetto essenziale è che si tratta di un drone a lungo raggio che trasporta una carica esplosiva potente, ben più potente di quella trasportata dagli ultraleggeri adattati a drone, usati in precedenza (e peraltro più costosi).

Più fonti riportano che gli ucraini hanno raggiunto un ritmo di produzione di circa 100 drone FP-1 al giorno.

Questo è ottimo. Peraltro, gli FP-1 vengono già utilizzati operativamente e lo scorso mese di luglio hanno colpito bersagli militari a poche decine di chilometri da Mosca .

Tuttavia, gli FP-1 sono lenti e vulnerabili.

Ed ecco, quindi, l’importanza dell’ultimo arrivo in fatto di drone: l’FP-5 Flamingo.

Qui entriamo in un altro ordine di letalità.

Con il Flamingo, parliamo di un vero e proprio missile da crociera con una portata di 3000 km e una testata esplosiva di oltre 1000 kg.

Si tratta di prestazioni superiori persino rispetto al noto Tomahawk americano (ma in linea con la scuola sovietica, della quale gli ucraini hanno fatto parte per decenni).

Il Flamingo pesa ben 6 tonnellate e ha una velocità di oltre 900 km/h. Può volare fino a quote di 5000 metri ma il suo profilo di volo è quello della penetrazione a bassissima quota.

Questo significa che il missile compie la sua missione nel giro di 3 ore, molto meno delle dieci ore richiesta da un drone a elica sulle stesse tratte. I tempi di preavviso si riducono notevolmente, così come le possibilità di intercettazione.

Ovviamente, i costi sono molto maggiori, probabilmente intorno ai 2–3 milioni di dollari al pezzo. La capacità produttiva prevista è di circa 50 missili al mese.

Con una testata esplosiva così potente, il Flamingo può arrecare danni devastanti sul bersaglio e distruggerlo definitivamente. Questo vale per infrastrutture produttive e militari di qualsiasi tipo.

Il Flamingo può distruggere fabbriche di missili e di carri armati, disintegrare unità navali in porto, demolire interi edifici.

Non c’è da stupirsi se i russi si stiano accanendo nel cercare di colpire i centri dove il Flamingo potrebbe essere prodotto e, sotto questo profilo, molti osservatori criticano gli ucraini per essere stati piuttosto incauti nel diffondere così tante informazioni e immagini.

Ed ecco il video del primo lancio di test del missile FP-5 Flamingo.

Il lancio:

La separazione del booster:

Il momento in cui il missile assume l’assetto livellato e passa alla propulsione turbofan:

Il drone tattico Bulava.

Gli ucraini hanno messo a punto e stanno utilizzando un nuovo modello di drone FPV, il Bulava, sviluppato su richiesta delle forze armate.

Questo drone è in grado di colpire a 35 km di distanza senza ripetitore e fino a quasi 60 km di distanza con l’uso di un drone ripetitore. ha una testata di circa 3.6 kg di tipo variabile, ma quella preferita è una testata dual carica cava / termobarica.

Che ha di speciale rispetto ai drone usati sinora?

Può colpire più lontano, è praticamente insensibile alle contromisure elettroniche e ha una testata ottimizzata per distruggere bersagli importanti, tra i quali le postazioni di controllo dei drone FPV russi e i sistemi di difesa aerea nemici.

La portata dei Bulava consenti agli operatori ucraini di utilizzare questi drone a distanza di sicurezza rispetto alla maggior parte dei drone e delle artiglierie russe, un vantaggio non da poco.

Inoltre, questi drone sono in grado di eliminare, con un singolo colpo, un mezzo corazzato o un bunker.

Considerazioni personali

Negli ultimi anni, la guerra in Ucraina ha evidenziato l’importanza crescente dei droni nel contesto bellico moderno. L’Ucraina sta affrontando una sfida senza precedenti contro un avversario potente e ben equipaggiato come la Russia.

Tuttavia, il potenziamento delle capacità di difesa aerea e la capacità di utilizzare droni per scopi offensivi offrono all’Ucraina un vantaggio strategico che merita un’attenta analisi.

Decentramento delle Infrastrutture e Resilienza Strategica

Uno dei principali punti di forza dell’Ucraina risiede nella sua capacità di decentralizzare le infrastrutture militari e industriali. Questa strategia non solo aumenta la resilienza del paese agli attacchi nemici, ma lo rende anche meno vulnerabile alle offensive aeree e missilistiche.

In contrasto, il territorio russo si estende su una vasta area geografica, con una moltitudine di obiettivi facilmente accessibili per i droni e i missili.

La dimensione imponente della Russia rende la difesa di queste infrastrutture non solo difficile, ma quasi impossibile da implementare in modo efficace.

Il Cremlino, continuando a negare l’esistenza di una guerra aperta e configurando il conflitto come una “Operazione Militare Speciale”, si trova in una posizione di vulnerabilità.

Questa negazione costringe la Russia a mantenere le sue strutture industriali concentrate in luoghi strategici, esponendole quindi ai rischi di attacchi mirati.

Le grandi infrastrutture come aeroporti, raffinerie, centrali energetiche e strutture militari, che costituiscono il cuore del complesso militare-industriale russo, sono tutte potenziali vittime di attacchi dronistici.

Vulnerabilità della Russia e Mancanza di Preparazione

Rispetto all’Ucraina, che ha affrontato attacchi quotidiani e sistematici per oltre tre anni, la Russia non sembra essersi organizzata in modo efficace per sostenere un’ondata prolungata di attacchi missilistici a lungo raggio.

La sua capacità di mobilità tattica è compromessa dalle infrastrutture fisse che non possono essere spostate.

Ciò riduce drasticamente la flessibilità operativa delle forze russe, rendendo le loro installazioni strategiche obiettivi invitanti per gli attacchi ucraini.

Inoltre, le forze russe hanno visto un logoramento significativo delle loro difese aeree e missilistiche.

Infatti, uno dei problemi più gravi è rappresentato dall’uso improprio delle risorse, come i missile terra-aria S300, impiegati in ruoli che non erano stati pianificati inizialmente.

Questa dispersione di risorse ha avuto conseguenze devastanti per l’efficacia delle difese russe, che ora risultano molto meno capaci rispetto a quelle ucraine.

Il Livello della Guerra dei Droni

La guerra con i droni rappresenta un campo di battaglia favorevole per l’Ucraina. A differenza della guerra terrestre tradizionale, dove le forze russe hanno storicamente avuto il sopravvento, il contesto aereo offre opportunità per colpire obiettivi nemici con un costo relativamente contenuto.

L’Ucraina ha già dimostrato la sua capacità di utilizzare i droni in modalità offensiva, e continuando su questa strada potrebbe ulteriormente aumentare il suo potere di deterrenza.

Il fattore determinante per il successo della guerra dei droni è rappresentato dalla capacità dell’Ucraina di produrre un numero sufficiente di queste armi.

L’ideale sarebbe che tali produzioni avvenissero al di fuori dei confini ucraini, in paesi che non sarebbero esposti direttamente agli attacchi russi, ma è improbabile che stati come Polonia e Romania accettino di partecipare a tale iniziativa.

Tuttavia, se l’Ucraina riuscisse a mobilitare le proprie risorse e incrementare significativamente la produzione di droni, potremmo assistere a un cambiamento radicale nel corso della guerra.

Implicazioni per la Sicurezza Russa

Se l’Ucraina fosse in grado di lanciare ondate di centinaia di droni e missili a lungo raggio in modo sistematico, questo potrebbe avere effetti devastanti sulla Russia.

La capacità di colpire in modo coordinato strutture civili e militari potrebbe creare un ambiente di insicurezza senza precedenti all’interno della Federazione Russa.

Tali attacchi avrebbero il potenziale di costringere il governo russo a valutare l’ipotesi di un cessate il fuoco, soprattutto se il popolo russo iniziasse a sentire i contraccolpi diretti del conflitto.

Conclusioni

In conclusione, l’Ucraina sta facendo bene a potenziare le proprie capacità nel settore dei droni, poiché ciò le consente di giocare in difesa e di sfruttare i punti deboli dell’avversario.

Il decentramento delle infrastrutture e la capacità di utilizzare droni per attacchi strategici aumentano la resilienza dell’Ucraina e la pongono in una posizione favorevole sul campo di battaglia.

La Russia, d’altro canto, si trova ad affrontare una serie di vulnerabilità che la rendono più suscettibile a tali attacchi.

Se l’Ucraina riuscirà a produrre in modo significativo droni, ci sono buone possibilità che la situazione possa evolvere in modo tale da portare a negoziati di pace, con un accordo di cessate il fuoco che potrebbe diventare una realtà in tempi relativamente brevi. La guerra dei droni, dunque, non è solo una questione di tecnologia, ma è un elemento cruciale che può determinare il futuro geopolitico della regione.

Di Admin

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