Qatar: La Strategia della Dissimulazione – Padrino di Hamas e Mediatore Globale

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Negli ultimi decenni, il ruolo del Qatar nella geostrategia del Medio Oriente ha sollevato non poche polemiche.
 Anni fa, espressi la mia preoccupazione per i rapporti tra la nostra intelligence e il Qatar al massimo dirigente dei nostri Servizi segreti.
 Non si trattava di un pregiudizio, ma di fatti concreti: il Qatar era stato espulso dal Consiglio del Golfo a causa delle sue indiscutibili connessioni con gruppi terroristi.
Ciò nonostante, la risposta che ricevetti fu illuminante: «Ci hanno fornito informazioni preziosissime, uniche, sui dossier più scottanti.

Non ci interessa il modo in cui le ottengono.» Da questo episodio emerge chiaramente il cinismo della politica estera del Qatar.

La strategia del Qatar è caratterizzata da una duplice natura: mentre sostiene gruppi jihadisti, allo stesso tempo si erge a mediatore nei conflitti mediorientali, diventando quindi un attore fondamentale in una regione segnata da instabilità e conflitti.

La dinastia Al Thani ha imparato a manovrare abilmente su più tavoli, attirando alleanze contraddittorie e approfittando delle crisi altrui per emergere come l’unico salvatore.

Il Qatar non è solo un attore destabilizzante nel contesto regionale, ma ha anche investito enormi risorse nella sua immagine internazionale tramite un fondo sovrano da 530 miliardi di dollari e partecipazioni in numerosi colossi globali.
Questa ambivalenza si riflette nel suo sostegno ai Fratelli Musulmani, al contempo finanziando la loro retorica jihadista ed essendo sede di importanti istituzioni accademiche.

Al Jazeera, l’emittente di stato, non è semplicemente un canale d’informazione; è un potente strumento geopolitico utilizzato per influenzare l’opinione pubblica e plasmare il racconto delle vicende mediorientali.

La manipolazione delle notizie e la creazione di narrazioni favorevoli agli interessi della dinastia Al Thani sono pratiche consolidate, che hanno portato a risultati tangibili, come dimostrato nel caso della guerra civile libica.

Nell’affrontare la questione palestinese, il Qatar ha assunto un ruolo di intermediario cruciale, soprattutto nella relazione con Hamas, di cui è diventato sostanzialmente il socio di maggioranza. Questo rapporto simbiotico si è rafforzato nel tempo, permettendo al Qatar di controllare le leve di potere all’interno del movimento palestinese.

Il sostegno economico e militare fornito ha trasformato Hamas in una forza armata capace di organizzare offensive e resistere a lungo nei conflitti.

La costruzione di tunnel e infrastrutture militari sofisticate a Gaza, esempio lampante della cooperazione tra Qatar, Hamas e Iran, rappresenta un aspetto significativo della strategia del Qatar, che combina ingegneria e logistica per garantire il potere militare del gruppo.

Questa duplicità nell’agire politico trova una giustificazione concettuale nell’arte della dissimulazione, nota come Taqiyya.

Essa rappresenta un principio fondamentale nelle dinamiche islamiche, dove dire una cosa pur mirando a qualcos’altro rientra nelle strategie politiche tradizionali.
 La pace di al-Hudaybiyya di Maometto illustra perfettamente questa tattica: una tregua pensata come opportunità temporanea per ottenere una vittoria finale.

Un principio ripreso da leader come Yasser Arafat, il quale, al momento di firmare gli Accordi di Oslo, parlò della questione come di un inganno strategico.

In questo contesto, è fondamentale comprendere le dinamiche di corte che governano il Qatar.

Queste logiche, lontane dalla concezione occidentale di democrazia e governance, sono prevalentemente familiari, tribali e claniche, senza consenso parlamentare.

Questa duttilità ha permesso alla dinastia Al Thani di navigare tra le complessità della politica moderna, agendo come un attore sia destabilizzante che stabilizzante, a seconda delle convenienze.

In conclusione, il Qatar si è affermato come un padrino strategico di Hamas, mentre simultaneamente si propone come mediatore diplomatico nella regione.

Questa strategia complessa, basata sulla dissimulazione, rappresenta il cuore della propria politica estera e testimonia la capacità del Qatar di manovrare abilmente nel labirinto geopolitico del Medio Oriente, plasmando la propria identità in un modo che sfida le categorizzazioni tradizionali.

Di Admin

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