Giovanni De Ficchy

Che spettacolo!

La partenza della Flotilla verso Gaza, con a bordo una carovana di attivisti e ben quattro parlamentari italiani – tra cui i noti avventurieri politici Arturo Scotto e Annalisa Corrado – non è solo un atto politico, ma una vera e propria performance teatrale in scena nei corridoi di Palazzo Chigi.

E chi ha bisogno di Netflix quando si ha la politica italiana?

La trama si infittisce con voci di una possibile operazione ibrida, studiata per colpire l’Italia sul piano internazionale.

Ah, come ama sorprendere il nostro bel paese!

Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha scritto direttamente a Giorgia Meloni, con una missiva che ci fa immediatamente pensare ai migliori sceneggiatori di Hollywood: «Chiediamo al governo di informare il Parlamento su quali misure intenda adottare per garantire la sicurezza dell’equipaggio e dei rappresentanti istituzionali italiani presenti a bordo».

Che nobiltà!

Ma il vero colpo di scena è che le sue parole, oltre a mirare alla protezione dei parlamentari, sembrano avere un sottofondo di pressing sull’esecutivo. “Sei sicura di volerli mandare là?”

potrebbe dire sottovoce tra le righe.

Una fonte anonima (ovviamente!) ha svelato il segreto meglio custodito del momento: «Questa iniziativa non è solo una navigazione di protesta.

C’è chi lavora per trasformarla in un caso internazionale capace di mettere in difficoltà il governo Meloni».

Da un lato abbiamo una maggioranza interna solida come una roccaforte, dall’altro, i fuochi artificiali del fronte esterno pronti a esplodere. Ammettiamolo, è un po’ come guardare un film catastrofico, solo che non c’è pausa popcorn.

E non finisce qui!

Fonti diplomatiche a Bruxelles, che probabilmente conoscono ogni gossip del continente, hanno messo in allerta: ONG e media internazionali sono già pronte a scatenare una tempesta mediatica.

Ogni fermo o arresto della marina israeliana sarà amplificato in tempo reale, come se stessimo assistendo al finale di un reality show. L’Italia, poverina, si troverà costretta a reagire, come un genitore che trova il proprio adolescente in una situazione imbarazzante.

Ma chiudiamo un attimo gli occhi e facciamo un passo indietro. Immaginatevi la sala di controllo di Palazzo Chigi, con i funzionari che si passano i biglietti della lotteria e sperano di vincere il premio principale: la reputazione.

Le fonti anonime continuano a sussurrare nell’ombra: «Non siamo davanti a un’operazione segreta tradizionale, ma a una convergenza di interessi. ONG, media e parlamentari a bordo diventano moltiplicatori di crisi».

È come se l’Italia avesse deciso di partecipare a un reality show dove il premio finale è non farsi bocciare dal mondo intero.

E quali sono i rischi per l’Italia?

Una serie di icone diplomatica, europea e mediatica si stagliano all’orizzonte, pronte a sfociare in tensioni.

Tensioni con Israele, quel partner strategico in difesa ed energia di cui non possiamo fare a meno, e nuove pressioni a Bruxelles, dove già circolano mozioni di censura come caramelle a fine festa.

E non dimentichiamoci dell’esposizione globale: i parlamentari italiani, trasformati in simboli, diventeranno l’immagine di una nazione sospesa tra la protesta e il compromesso.

Nei corridoi della sicurezza, il paragone con il “caso Rackete” aleggia come un fantasma.

Qui, però, abbiamo a che fare non con un’anziana signora che porta i migranti nel Mediterraneo, ma con i nostri freschi e giovani parlamentari, pronti a cavalcare l’onda della controversia.

La miccia è accesa e l’Italia rischia di trovarsi, ahimè, nel mezzo di un incendio diplomatico di proporzioni epiche.

E le prossime ore?

Preparate i popcorn, perché si preannunciano decisive.

Sarà uno showdown da inseguire con ansia, mentre i protagonisti si muovono tra onde di proteste e maree politiche, tutto in nome di una nobile causa.

Ma possa il buon senso prevalere, anche se, passate le elezioni, chi lo usa più?

Sotto la luce dei riflettori, la Flotilla non è solo una nave, ma un simbolo, e noi siamo spettatori in prima fila, con cinismo e sarcasmo, pronti a goderci il dramma.

Che vinca il migliore, o almeno, che si trovi un komplottista di talento pronto a raccontarci questa storia in modo affascinante!

Di Admin

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