Il paradosso di Maduro e la Convenzione di Ginevra: i civili sulla linea del fuoco
De Ficchy Giovanni

In un mondo in cui il diritto internazionale umanitario cerca di porre limiti a ciò che è inaccettabile, ci si aspetterebbe che i vari governi rispettassero norme fondamentali come quelle stabilite dalle Convenzioni di Ginevra.
Eppure, sembra che in Venezuela la logica della guerra abbia preso una piega diversa, e il regime di Nicolás Maduro ha deciso di sfidare non solo i valori morali, ma anche le leggi internazionali con l’insolenza di chi sa di essere in cattive acque e cerca di nuotare controcorrente.
Recentemente, abbiamo assistito alla grande “mobilitazione popolare” proclamata con generosa retorica bolivariana, una sorta di chiamata alle armi per difendere la patria da una presunta invasione statunitense.
Peccato che nel mondo reale, reclutare civili per affrontare marines addestrati sia un tantino… come dire, ambizioso.
O, più precisamente, suicida.
Ma chi ha bisogno di logica, quando puoi avere slogan urlati e bandiere sventolate?
Ciò che colpisce è che, secondo la Quarta Convenzione di Ginevra, i civili non dovrebbero mai essere utilizzati come forze militari. Un concetto semplice, chiaro.
Eppure, il regime di Caracas sembra deciso a calpestare questo principio come se fosse un ostacolo insignificante sulla strada della propria propaganda.
Quindi, cari civili, preparatevi a entrare nell’arena!
Chi non ha mai sognato di combattere contro soldati professionisti con anni di esperienza sul campo?
Eppure, dai centri di reclutamento che Maduro ha allestito, la situazione sembra piuttosto desolante.
Forse perché i cittadini sono occupati a chiedersi come risolvere problemi ben più gravi, come la mancanza di cibo e medicine.
Le immagini trapelate dagli oppositori mostrano sale vuote, e i pochi che si avvicinano ai punti di raccolta sembrano più confusi che entusiasti.
Ah, ma i media statali non si lasciano fermare dalle prove tangibili: ecco che spuntano fotografie di folle oceaniche, giovani sorridenti vestiti di rosso.
Certo, la realtà è che molti di questi “volontari” sono in realtà funzionari pubblici del PSUV, costretti a posare per le telecamere come marionette politiche.
Ma non possiamo biasimare Maduro, giusto?
La sua geniale strategia ha due scopi.
Internamente, vuole far credere che ci sia un popolo pronto a combattere fino all’ultimo respiro.
Esternamente, spera di inviare il messaggio che un attacco statunitense scatenerebbe una “guerra popolare prolungata”.
Sì, perché tutti sappiamo che la storia ha dimostrato quanto sia vantaggioso affrontare l’impero con i mocassini e il cuore pieno di amore patriottico, giusto?
Vergogna sui marines, venite a combattere contro i nostri coraggiosi cittadini disarmati!
Naturalmente, gli esperti militari ridono a crepapelle di fronte a queste affermazioni.
Il Venezuela non ha le condizioni per sostenere un conflitto simile, e mandare civili disarmati a combattere contro forze professionali significa praticamente condannarli a un massacro.
Ma ehi, se questo è ciò che il governo vuole, chi siamo noi per opporci?
Dopotutto, ogni regime ha diritto a uno spettacolo di gioco di ruolo su larga scala!
La verità è che ciò che Maduro presenta come un atto di eroismo nazionale non è altro che una violazione lampante delle più elementari norme di protezione umanitaria.
E mentre la propaganda dipinge un esercito di patrioti pronti alla battaglia, quello che si cela dietro le quinte è un’immagine manipolata di un popolo che, in realtà, è costretto a subire.
Di fronte a tutto questo, la storia ci dirà se si trattava di un puro espediente propagandistico o dell’inizio di un tragico capitolo in cui migliaia di venezuelani potrebbero trovarsi nel mezzo di un conflitto per il quale non erano preparati, né desiderosi di affrontare.
E per cosa?
Per una causa che non hanno scelto, per un regime che li considera meno come cittadini e più come pedine da sacrificare in un gioco più grande di loro.
In un mondo che brama cambiamento e giustizia, vedere una milizia civile fare i salti mortali per affrontare le truppe più addestrate dell’impero non è solo un atto di audacia; è una farsa tragica di proporzioni bibliche.
Ma in definitiva, la vera ironia è che, mentre i civili vengono tirati nella mischia, i leader che li spingono al combattimento resteranno comodamente al sicuro nei loro bunker, lieti di osservare il caos che hanno orchestrato.