
Nella capitale, i segnali sono arrivati prima silenziosi, poi sempre più evidenti.
Non più voci dalle province lontane, ma pompe chiuse nel cuore di Mosca, auto ferme con il tappo del serbatoio ancora in mano, code improvvise davanti a distributori improvvisamente svuotati.
La benzina a 95 ottani è sparita, e non per incidenti isolati.
La narrazione ufficiale parlava di “normalità” e di “scorte garantite”, ma i numeri non combaciano con le immagini che trapelano.
Dove prima c’erano camion cisterna in arrivo, adesso restano piazzali vuoti; dove un tempo si rifornivano centinaia di auto al giorno, oggi si sente solo l’eco di pompe spente.
Mosca non è mai stata l’anello debole: finché la capitale riceveva carburante, la percezione di sicurezza rimaneva intatta
. Ma quando persino la vetrina del regime si incrina, l’illusione si frantuma.
Saratov conferma lo stesso scenario: stazioni senza carburante, cartelli che parlano di “cause straordinarie”.
È un lessico di copertura che non riesce a nascondere la realtà.
Le conseguenze della carenza colpiscono un numero significativo di automobilisti, costretti a cercare soluzioni di rifornimento alternative. Molti automobilisti stanno passando all’uso di benzina AI-92, che può influire negativamente sul funzionamento del motore delle loro auto.
Il quadro che emerge è inquietante: le arterie che portano carburante al cuore della Russia sono state colpite e non possono essere ripristinate con la stessa velocità con cui vengono distrutte.
L’effetto non è immediato come un’esplosione sul fronte, ma corrosivo, implacabile.
La catena energetica, che dovrebbe sostenere l’economia e la macchina bellica, mostra crepe profonde proprio nel momento in cui la pressione della guerra richiede massima resilienza.
Non servono statistiche per capire la portata: bastano le immagini delle stazioni chiuse, dei cartelli di “carburante esaurito”, dei convogli mancati.
Indicatori impossibili da falsificare, perché visibili agli occhi di chiunque viva nelle città colpite.
La crisi non è più un’ipotesi: è già iniziata.
E il fatto che esploda nel cuore di Mosca trasforma una debolezza logistica in un segnale strategico
La guerra dei droni e delle raffinerie non resta confinata alla periferia: arriva al centro del potere, portando il fumo delle autocisterne ruciate fin dentro le strade illuminate della capitale.
Note a piè di pagina
[1] Дефицит бензина АИ-95 начался в Москве и Саратове