
De Ficchy Giovanni

La ripresa dei consumi post-pandemia è stata limitata, e le famiglie sono instabili.
L’alto tasso di disoccupazione tra i giovani continua ad essere una preoccupazione, frenando la spesa dei consumatori.
la mancanza di dati affidabili aumenta l’incertezza sulla reale salute economica del paese.

Cina: la frenata si fa sentire, cresce l’attesa per nuovi stimoli
L’economia cinese sta rallentando più del previsto: produzione industriale, consumi e investimenti hanno segnato in agosto i peggiori numeri dell’anno.
Per Pechino, che punta al 5% di crescita nel 2025, il rischio è che senza nuovi stimoli il target diventi difficile da raggiungere.
I dati macro👉Vendite al dettaglio: +3,4% YoY → minimo da novembre 2024.
Produzione industriale: +5,2% YoY → peggior dato in 12 mesi.
Investimenti fissi: +0,5% YoY → minimo dal 2020.
Investimenti immobiliari: -12,9% YoY → minimo dal 2020.
Investimenti privati: -2,3% YoY → minimo dal 2020.
Disoccupazione urbana salita al 5,3%.
Dove è in difficoltà Immobiliare in crisi: prezzi case nuove -0,3% MoM, usate -0,58%.Export in rallentamento (+4,4% vs attese più alte).
Politiche “anti-involution” riducono la capacità produttiva, ma pesano su occupazione e consumi.
Consumi deboli: rallentano elettrodomestici e device, esaurito l’effetto trade-in policy.
Fiducia bassa: famiglie e imprese restano in attesa, nonostante sussidi e credito agevolato.
Dove reggeExport: +5,5% YoY, sopra attese, nonostante Trump.
Manifattura hi-tech e trasporti in crescita: auto +8,4%, computer +9,9%, aerei/navi/treni +12%.
Settori meno esposti agli USA restano i più dinamici.
Cosa farà Pechino?
PBoC ha più spazio per tagliare i tassi se la Fed inizia a ridurre i propri: possibili nuovi stimoli già in autunno: -10bp sui tassi, -50bp su riserva obbligatoria.
Sussidi ai consumi (prestiti fino a 50k RMB con 1% di interesse coperto dallo Stato).
Possibili stimoli fiscali mirati: infrastrutture selettive e supporto al real estate
.Tuttavia, il rally azionario recente potrebbe frenare un intervento immediato per evitare nuove bolle.
La Cina rimane il principale contributore alla crescita globale, ma il rallentamento mette pressione sia sui mercati emergenti che sulle commodity industriali.
Senza stimoli forti, il rischio è di vedere un Q4 più debole, con effetti su export europeo e domanda globale di materie prime.
Opportunità su titoli legati a politiche di sostegno (infrastrutture, green energy), ma attenzione al rischio di delusione se Pechino non agirà in tempo
La Cina sta perdendo slancio ma non la traiettoria: il 5% resta raggiungibile solo con nuovi stimoli.
L’onda lunga della ripresa post-pandemica si è infranta contro un muro di incertezze, tra cui una crisi immobiliare persistente e una fiducia anemica.
Il Dragone fatica a riprendere il volo, e i numeri parlano chiaro.
La domanda interna resta asfittica, zavorrata da un mercato del lavoro ancora fragile e da politiche che, seppur con buone intenzioni, finiscono per tarpare le ali all’iniziativa privata.
Le autorità di Pechino si trovano di fronte a un bivio: lasciare che il mercato si autoregoli, con il rischio di un atterraggio brusco, o intervenire con una nuova ondata di stimoli.
La prima opzione sembra impraticabile, visto il peso che la Cina ha sull’economia globale.
La seconda, invece, presenta diverse sfide, tra cui il rischio di alimentare nuove bolle speculative e di aumentare ulteriormente il debito pubblico
.La PBoC ha le mani libere per agire, forte di un’inflazione sotto controllo e di una politica monetaria più accomodante rispetto alla Fed.
Un taglio dei tassi e un allentamento della riserva obbligatoria potrebbero dare una spinta all’economia, ma non basteranno a risolvere i problemi strutturali.
Servono interventi mirati, capaci di rilanciare la domanda interna e di sostenere i settori in difficoltà.Gli investitori guardano con attenzione alle prossime mosse di Pechino.
Un intervento tempestivo e ben calibrato potrebbe innescare un nuovo rally sui mercati azionari e favorire la ripresa economica.
Al contrario, un’azione tardiva o insufficiente potrebbe deludere le aspettative e innescare una fase di turbolenza.
Il futuro della Cina è appeso a un filo, ma il Dragone ha dimostrato più volte di saper superare le difficoltà.
La sua capacità di adattamento e la sua determinazione a raggiungere gli obiettivi prefissati sono la sua arma vincente. Resta da vedere se questa volta sarà sufficiente a domare le turbolenze e a riprendere il volo verso un futuro di prosperità.
Per i mercati significa:
Equities cinesi sostenute dalle attese di easing.
Commodity industriali sotto pressione se investimenti restano deboli.
Yuan vulnerabile, specie se Fed taglia e Pechino allenta insieme.
Il governo cinese ha oscurato la pubblicazione di dati economici chiave, tra cui il livello dei consumi e la disoccupazione, rendendo la situazione meno trasparente.