De Ficchy Giovanni

Il sabato mattina, mi sveglio allarmato dalle parole di una mia amica marchigiana che sembra aver appena ricevuto un messaggio da un mondo parallelo.

“C’è un sondaggio Swg che dice che Ricci batte Acquaroli”, mi dice, quasi tremante.

“Alessia Morani del Pd afferma che la destra è nel panico!

” Ah, il panico.

Quella bella sensazione che avvolge i politici quando si accorgono che il loro castello di carte sta per crollare.

Ecco, l’illuminazione!

Ho spiegato alla mia amica la teoria della puzzetta: quando una parte politica comincia a strombazzare sondaggi netti a poche ore dall’apertura delle urne, è chiaro che chi per primo alza la voce è colui che ha davvero paura.

Sì, proprio come i sondaggi del New York Times prima delle elezioni americane, in cui Kamala Harris sembrava sempre in testa, con un “Kamala davanti in Iowa” sparato a due giorni dal voto.

Roba talmente surreale che mi sono sentito costretto a scrivere un pezzo per dire che, secondo me, Trump avrebbe vinto di 15 punti.

Alla fine ha vinto di 17. Incredibile, vero?

Eppure, non ci voleva molto a capire che quel sondaggio era truccato.

Ma torniamo al caso specifico delle Marche, dove la situazione si fa ancora più interessante.

Il sondaggio Swg, ben pubblicizzato dalla Morani, si è rivelato non solo impreciso, ma addirittura falso.

E non lo dico io, ma la stessa Swg, un’azienda demoscopica che, curiosamente, tende a pendere più verso sinistra.

La smentita è arrivata come una lapide sulle speranze del Pd.

È un po’ come quando ti svegli per scoprire che non c’è più il tuo gelato nel freezer: prima una dolce illusione, poi la cruda realtà.

Ricci, il candidato governatore, ha perso male.

Anzi, malissimo.

Il Pd sta arretrando rispetto alle elezioni europee e regionali precedenti, mentre Fratelli d’Italia si erge come il primo partito nelle Marche.

Questo è un colpo di grazia, considerando che la regione era considerata una “regione rossa” dal 1995, quando si è iniziato a eleggere direttamente il governatore.

Ora, invece, si scopre quanto sia decisivo il voto cattolico, un fattore sottovalutato fino a poco tempo fa.

Ricci, in passato noto per il suo turborenzianismo, ha tentato la carta del “distinguersi” con una devozione al capo di turno.

Elly Schlein decide di candidare Marco Cappato nella cattolica Brianza?

Perfetto!

Ricci prontamente annuncia che la prima legge che farà approvare sarà quella sull’eutanasia e sul suicidio assistito.

Ecco, il problema è che i marchigiani hanno altre priorità: vivono ancora con i danni e i ritardi del terremoto, affrontano una sanità in peggioramento anno dopo anno e si destreggiano tra le difficoltà del manifatturiero, aggravate da delocalizzazioni e sanzioni autolesioniste contro la Russia.

Ma chi se ne frega di tutte queste questioni serie quando si può proporre di “ammazzare” i marchigiani sofferenti tramite strutture pubbliche?

Un’idea geniale, non c’è che dire.

Così, il nostro amico Ricci perde come ha perso Cappato.

Entrambi, mascherati da campioni dei diritti, si trovano ad affrontare un’elettorato che, pur non essendo più così cristiano, sa bene per chi non votare.

L’anticlericale Ricci è stato punito e ora si lamenta di un “complotto”, un classico!

Ma la vera punita è Elly Schlein, che ha cercato di schiacciare l’identità del Pd sotto il peso di battaglie sempre più lontane dagli interessi della gente comune.

Per non parlare della sua incursione nei vari Gay Pride, accompagnata da melodie con Zan e Gualtieri, che potrebbero persino mettere in crisi il concetto di musica popolare.

Con questa scelta identitaria, il PD rischia di perderne sempre di più, sia nelle Marche che in Val d’Aosta. Logicamente, una linea politica che continua a offendere i cristiani di questo Paese non ha alcuna chance di vincere in un’Italia dove l’unica radice davvero profonda è quella cristiana.

Gli unici resti della campagna elettorale del Pd sono delle manovre disperate, come i falsi sondaggi dell’ultimo minuto e qualche inno alla Flotilla.

Ma alla fine, il popolo vota.

E i taroccatori?

Beh, non riescono mai a conquistare la fiducia degli elettori.

Ma cosa c’è di più ironico in tutto ciò

? La risposta è semplice: il fatto che, mentre il Pd si dibatte tra sogni infranti e false promesse, il suo disegno di conquistare il cuore degli italiani, compresi quelli marchigiani, va in frantumi come un vetro colpito da una pallonata.

È come se avessero cercato di far passare un teorema matematico impossibile e alla fine gli italiani si siano svegliati, come me, un sabato mattina, per rendersi conto che il risultato finale era già scritto.

L’uso politico della sondaggistica è un tema enorme e che richiede sicuramente ulteriori riflessioni.

I sondaggi, quando utilizzati in modo strategico, possono apparire come strumenti utili per comprendere il clima politico, ma inevitabilmente diventano armi a doppio taglio.

Insomma, non resta che riflettere su quanto i politologi e i sondaggisti possano influenzare il nostro destino e quanto sia importante rimanere vigili e critici di fronte a tali manovre.

Ma ahimè, pare che il Pd sia destinato a rimanere bloccato tra sondaggi falsificati e una cavezza di ideologie che non fanno altro che allontanarlo dalla realtà.

Quindi, cari lettori, il prossimo sabato mattina, quando vi sveglierete e leggerete notizie riguardanti i sondaggi politici, ricordate la teoria della puzzetta.

Potreste ridere amaramente, ma potreste anche riconoscere quei segni di disagio tra le file dei politici.

E pensate a Ricci, Cappato e tanti altri che, alla ricerca di nuove strade, si sono semplicemente persi in quest’arte straordinaria dell’inciampo politico.

Di Admin

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