
Non lo so…
Ma se mai dovesse arrivare un’intesa, possiamo già immaginare quale sarà lo scenario futuro.
È quasi affascinante pensarlo, non è vero?
I bravi strateghi della diplomazia ci dicono che la pace è in vista.
Ebbene, prepariamoci a vivere in un mondo dove la calma precede la tempesta.

- La calma prima della tempesta: Per qualche anno ci sarà un’illusoria serenità. Gli accordi si firmeranno, le parole dolci risuoneranno nei palazzi del potere e le telecamere accenderanno i riflettori sulla “nuova era di pace”. Sì, tutti noi godremo di questa relativa (molto relativa) quiete. Ma attenti, perché sotto questa superficie liscia si cela una tensione palpabile. La tranquillità sarà solo un miraggio, il preludio a qualcosa di dirompente, come un temporale che avanza silenzioso.
- Riorganizzazione di Hamas: Non dimentichiamo che chiunque creda che Hamas sia un buon compagno di giochi dopo un accordo sbaglia di grosso. Perché, indovinate un po’? Hamas non è in grado di cambiare. Anzi, si riorganizzerà, ricostruendo una nuova leadership criminale che raccoglierà l’eredità dell’orribile massacro del 7 ottobre. Non vi preoccupate, ci sarà uno straordinario ricambio generazionale!
- Arsenale di armi: Ma non è finita qui! Con l’eccitazione tipica di un bambino il giorno di Natale, Hamas si lancerà nella ricostruzione del suo arsenale di armi. Non parliamo solo di pistolotti arrugginiti, ma di una gamma scintillante di armamenti, pronti per essere utilizzati al momento opportuno. Come dire, un vero e proprio ‘Black Friday’ delle armi!
- Tunnel e nascondigli: E i tunnel?
- Oh, i tunnel! Non è chiaro se siano più un’ossessione o una necessità, ma la verità è che Hamas si lancerà nella creazione di nuovi nascondigli sotterranei, ricostruendo le sue intricate reti di tunnel. Questi passaggi segreti serviranno per muoversi furtivamente, pronti a colpire Israele quando meno ce lo si aspetta. Un labirinto di sorprese sotto ai nostri piedi, chi non vorrebbe averne uno?
- Liberazione dei terroristi: E come se non bastasse, l’accordo garantisce la liberazione di oltre 1900 terroristi! Oh, che grande idea! Permettere a un gruppo di individui con un curriculum impressionante nel creare conflitti di unirsi nuovamente in libertà. Davvero una mossa geniale, non siete d’accordo?
- Finanziamenti dagli Ayatollah: E per completare il quadro, non possiamo dimenticare il regime canaglia degli Ayatollah. Essi continueranno a finanziare Hamas, come mai prima d’ora!
- Davvero un circolo virtuoso, dove il male si nutre di altro male, mentre ci illudiamo che la pace possa semplicemente “accadere”.

Risultato? Immaginatevi la sorpresa di Israele quando si troverà ad affrontare lo stesso e identico problema che avrebbe potuto risolvere oggi.
Ma certo, chi potrebbe mai pensare di agire nel presente quando si può rimandare a domani?
Mai fare domani ciò che puoi fare oggi, giusto?

Il 7 ottobre ha segnato un punto di non ritorno, una linea rossa superata da Hamas.
Non si trattava più di contenere Hamas come in passato, ma annientarlo, distruggerlo.
Proprio così, senza mezzi termini.
E non dimentichiamo i palestinesi collusi, complici di questo schema terribile.
Un grande affresco di conflitti, con ruoli ben definiti e nessuna speranza di una vera soluzione.
Che spettacolo straordinario!
Alla fine, tutti noi sappiamo che la vera pace richiede lavoro, compromessi e, soprattutto, la volontà di cambiare.
Ma nel nostro teatrino geopolitico, dove il sarcasmo incontra la realtà, sembra che le cose continuino a ripetersi in un ciclico balletto di follia.
Ecco quindi la nostra profezia: l’accordo, se mai arriverà, non porterà altro che un nuovo capitolo nello stesso triste libro che già conosciamo.
E, ovviamente, ci lascerà a chiederci: “E ora, dove ci porterà questa danza macabra?”