Ah, che bel teatro!

Già vedo il sipario alzarsi su questo dramma contemporaneo, dove i protagonisti si affannano per difendere il loro onore mentre il pubblico resta a bocca aperta, incredulo.

La scena si apre con un colpo di scena che, sebbene avesse tutte le premesse per diventare un blockbuster, è finito schiacciato nella routine di una trama poco avvincente.

Parliamo della multa di 150mila euro inflitta alla redazione di “Report”, guidata dall’instancabile Sigfrido Ranucci, dal Garante della Privacy, un gruppo di quattro (sì, quattro!) esperti che sembrano più intenti a discutere il miglior vino da servire a tavola piuttosto che a stabilire le regole del gioco.

Diciamocelo chiaramente: l’episodio ha fatto notizia per un breve periodo, solo il tempo di un caffè, prima di sgonfiarsi come un palloncino scoppiettato.

La multa?

Una vera tragedia greca!

Chi l’avrebbe mai immaginato che una trasmissione potesse violare le norme sulla privacy?

Ah, la dolce ironia della vita!

Eppure, mentre alcuni si stracciano le vesti per questa “ingiustizia”, i contribuenti si grattavano la testa, chiedendosi perché dovessero pagare per la curiosità di un giornalista che ha pensato bene di divulgare conversazioni private – quelle tra Gennaro Sangiuliano e la moglie, Federica Corsini.

Il colpo di scena

Ecco che, come in ogni buon racconto, entra in scena Agostino Ghiglia, uno dei componenti del Garante, immortalato in un video mentre varca la soglia del Palazzo di via della Scrofa, proprio il giorno prima della tempesta perfetta che ha travolto la redazione di “Report”.

Che ci faceva lì, Agostino Ghiglia?

Domanda lecita, più che legittima.

Un controllo di routine?

Una visita di cortesia?

Difficile dirlo con certezza.

Quel che è certo è che la sua presenza, proprio in quel momento, aggiunge un ulteriore velo di mistero su una vicenda già di per sé intricata.

Il Garante, che dovrebbe essere un baluardo a difesa della privacy e della corretta informazione, si ritrova così, suo malgrado, al centro di una bufera mediatica che rischia di minare la sua credibilità.

E mentre le polemiche infuriano, resta da capire quale ruolo abbia effettivamente giocato Ghiglia in questa storia. Un ruolo attivo?

Passivo?

O semplicemente una sfortunata coincidenza?

Ai posteri, l’ardua sentenza.

O forse, più semplicemente, a una prossima puntata di “Report”.

Da quel momento, la narrazione ha preso una piega interessante: addirittura pressioni politiche da parte di Fratelli d’Italia!

Sì, perché non c’è niente di meglio di un po’ di teatro politico per riempire gli spazi vuoti nelle cronache quotidiane.

Ma, aspettate un attimo! Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

L’Authority per la Privacy è composta da quattro persone, ognuna con la propria opinione e il proprio peso decisionale.

Dunque, pensare che un solo membro possa influenzare le decisioni di un apparato complesso e collegiale sembra quasi una sceneggiatura di una soap opera, non vi pare?

Signori, qui non stiamo parlando di un condominio in cui il vicino può decidere il colore delle tende al balcone!

La reazione di Ranucci

Naturalmente, il nostro eroe, Sigfrido Ranucci, non è rimasto in silenzio.

Ha lanciato accuse come se fossero coriandoli a Carnevale, insinuando che qualcuno stesse usando il Garante per punire la sua redazione.

Sì, perché in Italia il diritto di cronaca è diventato il nuovo campo di battaglia dove tutti possono sparare a zero, ma pochi conoscono realmente le regole del gioco.

Ranucci suggerisce che ci sia un disegno politico ben preciso dietro questa azione, un tentativo di mettere a tacere altre trasmissioni scomode.

Certo, perché chi non ama un po’ di fantapolitica di tanto in tanto?

La replica dell’Authority

A questo punto, non poteva mancare la risposta del Garante, che con toni quasi liturgici ha ribadito l’”indipendenza” della propria funzione.

Ah, che bello sentire queste belle parole!

Ma a chi non viene da chiedersi se “indipendenza” e “privacy” siano solo parole d’ordine sbandierate per rassicurare il popolo?

Il Garante ha voluto far sapere che ogni procedimento è rigorosamente istruito dagli uffici e che le decisioni vengono prese a maggioranza.

Ma ditemi, cari lettori, chi crede davvero che la ragione risieda in un gruppo di esperti che si riuniscono attorno a un tavolo, bere un caffè e discutere serenamente di privacy?

Siamo più propensi a credere che, in un Paese come il nostro, ci siano sempre uno o due pesci grossi a influenzare le correnti.

“Siamo più propensi a credere che, in un Paese come il nostro, ci siano sempre uno o due pesci grossi a influenzare le correnti.

Gente che tira i fili da dietro le quinte, manovrando politici, imprenditori, persino magistrati.

È un’immagine forse un po’ complottista, lo ammetto, ma difficile da scrollarsi di dosso quando vedi certe dinamiche.

Come certe decisioni che sembrano prese senza una logica apparente, o certi favoritismi sfacciati.

Allora ti dici: “Dietro c’è qualcosa, qualcuno che ha interesse a che le cose vadano in un certo modo”.

E magari sbagli, eh, magari è solo incompetenza o casualità.

Però il dubbio rimane, serpeggia.

Perché in Italia, diciamocelo, la trasparenza non è mai stata il nostro forte.

L’intervento di Fratelli d’Italia

Ovviamente, Fratelli d’Italia non ha perso tempo per difendersi.

Il senatore Costanzo Della Porta, che immagino scruta il panorama politico con un occhio critico e l’altro già proiettato verso le prossime elezioni, ha sottolineato che il Garante è stato nominato nel 2020, sotto il governo Conte-bis.

Insomma, se c’è qualcuno da accusare di favoritismi, parliamo di un’amministrazione ben precedente a Meloni e compagni.

Non sarebbe ora di dare una bella ripassata alla storia politica, cari Ranucci e compagnia?

Ma naturalmente, la verità è un concetto così sfuggente in questo dibattito.

La retorica si infittisce mentre ognuno cerca di guadagnare un punto, magari nell’ottica di una futura campagna elettorale.

E quello che inizialmente sembrava essere un caso di violazione della privacy si è trasformato in un grande circo mediatico, con giocolieri e acrobati pronti a stupire il pubblico con le loro performance.

L’intervento di Federica Corsini

E mentre tutto questo accade, arriva la nota di Federica Corsini, moglie del ministro Sangiuliano.

Ah, che dolcezza! Una voce femminile che finalmente rimette a posto i pezzi del puzzle.

Corsini, con tono accusatorio, ha messo in chiaro che le sue parole non devono essere sottovalutate.

E chi non vorrebbe lanciare un attacco ben mirato a chiunque tenti di deviare l’attenzione dalla verità?

Ma attenzione, perché qui il gioco si fa duro!

Corsini ha affermato di essere stata la principale vittima di quanto accaduto, e che il Garante ha agito secondo circostanze oggettive e documentate.

Senza l’ausilio di magia nera o manovre oscure.

Ma, ahimè, anche in questo caso si parla di fatti ben poco interessanti rispetto all’aspettativa costruita ad arte. “Illecitamente acquisito” – così definisce l’audio diventato di dominio pubblico.

E cosa dovremmo dire noi, cari lettori?

Che “Report” ha scelto di trasmetterlo, pur conoscendone la provenienza? Un vero colpo di genio giornalistico, non c’è dubbio!

Forse avremmo dovuto includere un disclaimer: “Attenzione, la visione di questo contenuto potrebbe farvi perdere la fiducia nel sistema mediatico”.

Conclusione amara

In definitiva, sembra che il gran clamore sollevato da questa vicenda si riduca a un epilogo piuttosto scontato: tanto rumore per nulla.

I titoli urlati, le polemiche strumentali, le risposte piccate.

Un grande spettacolo dove il pubblico guarda, applaudendo, ma dove nessuno sembra realmente uscire vincitore.

E mentre la gente si divide tra chi sostiene Ranucci e chi difende il Garante della Privacy, i veri problemi, quelli concreti, rimangono sullo sfondo, trascurati e dimenticati.

La morale della favola?

Non è meglio rimanere a casa a godersi una buona serie TV piuttosto che seguire il continuo rimpallo di accuse e difese?

E mentre i portavoce continuano a lanciarsi pugnali di parole, il resto del mondo prosegue, tranquillo, ignorando la tempesta in un bicchier d’acqua.

Arrivederci a un prossimo capitolo di questa soap opera italica, dove il vero protagonista è, immancabilmente, il gossip!

Di Admin

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