
Ah, Report!
Il programma che ogni settimana ci delizia con la sua coreografia di attacchi contro Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni.
È come se avessero trovato una formula magica che prevede di mescolare insieme vari ingredienti: un pizzico di insinuazione, un cucchiaio di montaggi ingannevoli e un buon quantitativo di ricostruzioni parziali.
E voilà, ecco a voi il piatto forte della serata: un servizio strappalacrime che dimostra quanto sia cattiva la Meloni, anche quando il tema non ha nulla a che fare con lei.
Ci sono certamente molte altre cose di cui parlare: il cambiamento climatico, le nuove scoperte scientifiche, gli scandali di altri partiti… ma perché perdere tempo su argomenti così noiosi quando si può continuare il nostro viaggio nel fantastico mondo del “Colpevole per semplice associazione”?
Ricordiamo sempre che se mai una volta nel lontano 2012 qualcuno ha postato una foto con una statuetta di Mussolini sullo sfondo, allora sì, dobbiamo tirare in ballo Chiara Colosimo, presidente della Commissione parlamentare Antimafia.

Dopotutto, chi ha bisogno di prove quando si possono utilizzare i ricordi di quindici anni fa come pietra di paragone?
Ah, ma non possiamo dimenticare che Chiara Colosimo è una donna che lavora instancabilmente, con onestà e coraggio, vivendo sotto scorta per il suo ruolo.
Non importa; l’importante è portare avanti la narrazione.
Perché parliamo di donne potenti e della loro dedizione quando possiamo concentrarci su una statuetta?
La statuetta.
Quella magica statuetta capace di far crollare una reputazione in un batter d’occhio, come un castello di carte.
Ormai siamo abituati a questo.
Ogni settimana è una nuova puntata di “Caccia alla Meloni”.
Si potrebbe persino pensare che gli autori abbiano un tabellone con punti ogni volta che riescono a menzionarla.

“Oh, guarda, oggi ho parlato di un tema completamente diverso, ma ci ho infilato anche Giorgia Meloni!
Tre punti per me!”
È un accanimento ossessivo, degno delle migliori soap opera, dove il villain è sempre lo stesso e il pubblico non può far altro che assistere attonito.
E a proposito di libertà di stampa, vogliamo parlare della “libertà” di spingere un’agenda politica mascherata da informazione?
Non siamo qui a discutere di valori fondamentali, no, no!
Quando il giornalismo diventa un’arma d’offesa, semplicemente perde ogni tipo di credibilità.
E se la credibilità è una moneta sulla quale dovrebbe basarsi un programma pubblico, è evidente che Report sta bruciando banconote come se fossero coriandoli a Carnevale.
E chiudiamo con una nota di rassegnazione.
Ogni volta che ci sediamo davanti alle nostre TV per guardare questo programma, sappiamo già cosa aspettarci.
Sapete, quel famoso sorrisetto sarcastico che ti viene in mente quando realizzi che “giocano sporco”.
Ed è così che ci ritroviamo a vomitare il nostro stomaco davanti a un attacco sistematico, mentre milioni di cittadini pagano per vedere il loro partito difeso.
Ma chi se ne frega, no?
L’importante è colpire, colpire, colpire!
Bene ragazzi, prepariamoci per la prossima puntata.
Dovrebbero prendere appunti su cosa indossava Giorgia Meloni l’altra settimana, probabilmente un cappotto rosso.
Ahh, che gaffe!
Ecco che si ricomincia.
Nel frattempo, grazie Report, per averci regalato un’ora e mezzo di pura satira politica travestita da giornalismo.
Veramente un divertimento!