Un Processo di Stampo e Sorprese Sovietiche: Riflessioni su DiMartedì

La scorsa settimana, durante l’episodio di DiMartedì, abbiamo assistito a un vero e proprio processo di stampo sovietico, un’inquisizione in contrapposizione alla modernità che poteva benissimo essere ambientata in una sala del Politburo.
Il protagonista di questa tragicommedia è stato il conduttore della trasmissione, Floris, che ha messo in scena una performance di arroganza e ignoranza, la quale merita senza dubbio un’analisi approfondita.
Floris, colui che dovrebbe informare e formare l’opinione pubblica, ha scelto di denigrare gli esponenti della maggioranza, e i rappresentanti delle associazioni di rievocazione storica, non rendendosi conto – o fingendo di non rendersene conto – che dalla sua scrivania dilaga un’incredibile quantità di disinformazione.
Che peccato!
Ma andiamo con ordine.

La Legge 152 del 2024: Un Dato Ignorato
In Italia, da più di un anno, esiste una legge, la 152 del 2024, la quale è stata approvata da tutto il Parlamento, incluse le opposizioni, che riconosce la rievocazione storica come un componente fondamentale del patrimonio immateriale del nostro Paese.
Questa legge, è il frutto di un lavoro serio e appassionato che coinvolge oltre 1500 persone in tutto il territorio nazionale.
Eppure, Floris, nell’ardore della sua inchiesta, ha ritenuto opportuno ignorare questo fatto, quasi fosse una piccola nota di un sussidiario dimenticato sullo scaffale di una biblioteca.
Il suo comportamento dimostra un razzismo culturale che emerge nel momento in cui pone a confronto la dilagante passione popolare per la rievocazione storica e l’arcaica figura dei gladiatori davanti al Colosseo, i quali, come ben sappiamo, sono abusivi.
Questo fenomeno criminogeno non ha nulla a che vedere con il patrimonio culturale né tantomeno con l’economia locale, dato che non ricevono alcun sostegno dal Governo, ma anzi creano confusione e sfruttamento a discapito di chi lavora seriamente e con dedizione.

La Denigrazione della Cultura Popolare
La performance di Floris, di fatto, diventa un’ulteriore prova di quanto la sinistra odii la cultura popolare e quella alta al tempo stesso.
La rievocazione storica non è solo un passatempo per “radical chic” in cerca di una fuga dalla realtà; è piuttosto un modo per riempire piazze e musei, attirando migliaia di turisti e generando un indotto economico notevole.
Si pensi, ad esempio, alle battaglie medievali ricostruite con dovizia di particolari, ai cortei rinascimentali che animano i centri storici, o alle rievocazioni della vita quotidiana nell’antica Roma.
Ogni evento di questo tipo rappresenta un’occasione per riscoprire le proprie radici, per immergersi in atmosfere d’altri tempi e per apprezzare il patrimonio culturale del territorio.
Ma non solo: la rievocazione storica è anche un potente strumento di marketing territoriale, capace di promuovere l’immagine di una città o di una regione, attirando visitatori da ogni parte del mondo e generando un flusso di denaro che va a beneficio di albergatori, ristoratori, artigiani e commercianti.

In un’epoca in cui il turismo è sempre più alla ricerca di esperienze autentiche e coinvolgenti, la rievocazione storica si presenta come una risposta concreta e originale, in grado di coniugare cultura, divertimento e sviluppo economico.
Un fatto che sembra sfuggire all’illustre conduttore.
Nel mondo ideale, ci si aspetterebbe che un “conduttore” come lui si documenti, che scavi sotto la superficie della superficialità e riporti le storie vere di coloro che si dedicano a questa arte con passione e competenza.
Ma, ahimè, Floris ha optato per l’effetto facile e per il sensazionalismo, chiedendo addirittura di rispondere a una serie di domande che sembravano più degli attacchi personali che interrogativi legittimi.
La Risposta Ironica a Floris

Caro Floris, ti consiglio di aggiornarti e di considerare il panorama reale della rievocazione storica.
Ti invierò volentieri una copia della legge 152 del 2024, affinché tu possa conoscerne i contenuti e valutarne l’importanza.
Potresti rivederlo indossando una camicia button-down, so quanto questi dettagli contino nella New York radical chic.
Immagina il tuo mondo, Floris, dove fiere rappresentazioni di epoche passate richiami in piazza folle entusiastiche, dove la storia non è solo una noiosa lezione di scuola, ma un evento vivente che coinvolge e diverte.
Cosa potrebbe esserci di più affascinante?
La Sinistra e la Cultura

La sinistra, con la sua predilezione per un elitismo intellettuale, sembra aver dimenticato da dove proviene il vero spirito culturale di un paese.
Ha abbandonato il popolo, irriducibile nelle sue tradizioni e passioni, per abbracciare una narrazione che spesso ignora le radici e le voci autentiche della nostra società.
Sono le piazze, le manifestazioni e le rievocazioni storiche a costituire il tessuto connettivo della nostra cultura, e negarle significa negare una parte fondamentale della nostra identità.
Conclusione Ironica
In conclusione, Floris, con la sua condotta inadeguata e le sue affermazioni prive di fondamento, ha dimostrato come l’ignoranza possa celarsi dietro un’invettiva contro ciò che non si conosce.
La rievocazione storica, lontana dalla criminalizzazione a cui è stata sottoposta, è un gioiello del patrimonio culturale italiano.
Invitiamo quindi Floris e tutti coloro che come lui si perdono in generalizzazioni e semplificazioni, a farsi un bel viaggio tra le nostre piazze e i nostri eventi, per scoprire che la cultura popolare non è un nemico da combattere, ma un alleato prezioso da valorizzare.
Perché è lì, nel cuore pulsante delle feste di paese, nelle sagre che profumano di tradizione, nei dialetti che si tramandano di generazione in generazione, che si annida l’anima autentica del nostro popolo. Un’anima che non ha bisogno di intellettuali da salotto per essere capita, ma solo di occhi curiosi e di un cuore aperto per essere apprezzata.

Un’anima che, lungi dall’essere un freno al progresso, è la linfa vitale che alimenta la nostra identità e ci permette di affrontare le sfide del futuro con la consapevolezza delle nostre radici.
Chissà, forse un giorno Floris ammetterà il suo errore, apprezzando con rispetto e competenza queste preziose testimonianze della nostra storia.
Continuiamo a celebrare la rievocazione storica e i suoi appassionati protagonisti, perché in fondo è il popolo che fa e riafferma la storia, anche quando ignorata dalla televisione.