Nel IX municipio si punta a ripristinare legalità e servizi pubblici nelle strutture del territorio, dopo lo sgombero a Mostacciano e l’approvazione di un progetto per Fonte Laurentina.

Un sistema in crisi
Negli ultimi anni, il panorama sportivo di Roma sud ha subito un lento e difficile processo di riqualificazione.
La fine dell’occupazione abusiva nell’impianto di via Chianesi ha segnato un primo passo verso la legalità, ma la situazione rimane complessa e allarmante. Con oltre quindici impianti sportivi comunali, molti di essi versano in uno stato di abbandono, con sette strutture che hanno visto la loro concessione scadere già al 31 dicembre 2024.
Solo grazie a una delibera della giunta, firmata dall’assessore allo Sport Alessandro Onorato, queste sono state prorogate fino al 30 settembre 2027.
Tuttavia, il che non significa che i problemi siano risolti.

Le concessioni e il loro destino incerto
Gli impianti sportivi ad oggi in proroga, come riportato dalla risoluzione della commissione Sport del IX municipio, comprendono strutture storiche e importanti per la comunità.
Da via Salvatore Quasimodo a Ferratella a quello di Tre Fontane, questi luoghi sono cruciali per il benessere fisico e sociale dei cittadini.
Ma cosa succederà dopo il 2027?
Le strategie future rimangono vaghe e mancano piani concreti di investimento e gestione. L’incertezza e l’aspetto precario delle concessioni pongono interrogativi sul futuro della pratica sportiva nella zona.
Il dramma delle strutture inattive
Se da una parte ci sono gli impianti in proroga, dall’altra persistono realtà desolanti, come quelle delle strutture chiuse.
L’ex impianto di via Chianesi, sgomberato dopo un’occupazione decennale, è solo la punta dell’iceberg.
Due impianti nel Parco Pontecorvo, l’ex Palafitarco e l’ex Sport City, stanno vivendo una lunga fase di attesa per un maxi-progetto di riqualificazione che si prevede durerà almeno sette anni.
Altri impianti, come quelli in via Mendozza e i campi di calcio lungo la Pontina, versano in condizioni deplorevoli, privi di attività, in parte a causa di problematiche legate alla proprietà e alla gestione.
Un problema sistemico
Questo scenario mette in luce un problema più ampio che affligge gli impianti sportivi di Roma sud: l’abusivismo edilizio e la mala gestione.
Oltre alle questioni di concessione, i segnali dello sfruttamento illecito degli spazi sportivi sono evidenti. I cittadini di Roma sud meritano strutture sicure e ben gestite; invece, si trovano a dover affrontare la triste realtà di impianti abbandonati e mal curati.
L’investimento nella riqualificazione non dovrebbe limitarsi a pochi impianti, ma abbracciare un’intera rete di strutture, portando a una strategia complessiva di sviluppo sportivo urbano.
Conclusione: la necessità di un cambiamento
Per far emergere il potenziale delle strutture sportive di Roma sud, le istituzioni devono intraprendere un percorso chiaro e determinato.
Non basta approvare progetti di riqualificazione; è necessario creare un modello di gestione sostenibile e inclusivo, dove il coinvolgimento della comunità diventi centrale.
Solo così sarà possibile trasformare queste infrastrutture in veri e propri centri di aggregazione e promozione dello sport, riportando Roma sud sulla mappa dell’attività sportiva pubblica.
La lotta contro l’abusivismo e l’abbandono deve diventare una priorità, affinché il diritto allo sport possa finalmente essere garantito a tutti.