Nel giorno in cui Milano abbraccia Ornella Vanoni, una delle voci più alte e luminose della musica italiana, è impossibile non fermarsi a riflettere sulle storie che hanno tracciato il suo cammino.

Tra tutte, quella con Hugo Pratt, il geniale creatore di Corto Maltese, emerge come un legame unico e misterioso, un incontro che ha saputo trascendere le convenzioni, dando vita a una relazione di rara intensità e profondità.

L’incontro

Tutto iniziò in una libreria negli anni Settanta, un luogo carico di libri e sogni, dove i due si incrociarono per la prima volta.

Per Vanoni fu un colpo di fulmine, una scossa che risvegliò in lei sentimenti e pensieri mai sperimentati prima. «Io degli occhi così non li avevo mai visti» avrebbe dichiarato in seguito, riferendosi allo sguardo di Pratt: una finestra sull’infinito, occhi che sembravano aver assorbito la vastità del mondo e dei suoi misteri.

Quegli sguardi si incrociarono e poco dopo iniziarono a danzare su un filo sottile di parole, idee e racconti, creando un’intimità che, pur nella sua rarefazione, si rivelò imperitura.

Un amore atipico

Ma cosa rendeva speciale il loro legame?

Non era un amore convenzionale, privo di spazio domestico o di routine quotidiana.

Era una relazione impalpabile, fatta di pensieri che fluttuavano nell’aria, di voci che si mescolavano attraverso il telefono, di attese e di sogni condivisi.

Vanoni stessa definì il loro amore come «un mondo interno», capace di attrarre chiunque vi si avventurasse, proprio come accadeva nelle opere di Borges.

Le parole di entrambi si trasformavano in melodie e storie, tessendo un arazzo di emozioni che abbracciava l’essenza stessa della vita.

Pratt, con la sua passione per l’avventura e l’ignoto, era un narratore errante.

Ogni dialogo con lui si trasformava in un viaggio, in un percorso che attraversava realtà e fantasie, dove il confine tra verità e invenzione si faceva sempre più sottile e seducente

. La sua mente vibrante e curiosa rapiva Vanoni, che si trovava a esplorare non solo il mondo di Pratt, ma anche un angolo sconfinato del proprio animo.

La profondità di un sentimento

Nelle pagine della sua autobiografia, Vanoni espresse con sincerità disarmante la portata del suo affetto per Pratt. «Se penso a Hugo Pratt, penso all’unico uomo al mondo per cui, in ogni momento, in qualunque parte del mondo, avrei fatto le valigie pur di stargli vicino» scrisse.

Queste parole rivelano la profondità di un sentimento che non aveva bisogno di consumarsi nel quotidiano per diventare eterno.

Era un amore che viveva nell’attesa di ogni incontro, nel calore di una telefonata, nel dolce ricordo di momenti passati insieme.

La loro relazione, sebbene caratterizzata da incontri rari e fugaci, rimase sospesa in uno spazio di intimità profonda, un universo privato che apparteneva solo a loro due.

Vanoni confidò: «Era la sua testa che m’interessava.

Entrarci dentro e restarci a vita».

Queste parole racchiudono l’essenza della loro connessione, un’intimità che andava oltre il corpo, cercando la compatibilità delle menti e delle anime.

Il potere delle parole

Le parole di Vanoni e Pratt si intrecciavano come note di una melodia complessa e affascinante.

Erano parole che creavano mondi, racconti che si materializzavano nell’immaginazione di chi ascoltava.

La canzone “Sogni”, dedicata a Pratt, rappresenta l’apice di questo scambio creativo. Una melodia che riassume il loro amore in note, un canto che diventa manifesto di un legame che, pur ricco di distanza fisica, si ravviva attraverso l’arte.

Ornella, celebrata oggi come una delle interpreti più raffinate del Novecento, riuscì a trasmettere nelle sue canzoni quell’amore ineffabile che la legava a Pratt.

La loro storia, benché delineata da uno spazio vuoto tra gli incontri, fiorì in un linguaggio artistico che sfidava il tempo e lo spazio.

L’eredità di un amore

Mentre oggi Milano rende omaggio alla grande Ornella Vanoni, la sua storia con Hugo Pratt vive nei ricordi di chi ha ascoltato le sue canzoni e ha ammirato i fumetti del maestro.

Rappresenta una testimonianza di come l’amore possa esistere in molte forme, trascendendo le barriere materiali e temporali, riflettendo la bellezza dell’intimità intellettuale e spirituale.

In conclusione, l’amore tra Ornella Vanoni e Hugo Pratt è un canto di nostalgia, un inno alla bellezza del non detto e dell’indefinito.

È un promemoria che, a volte, i legami più forti non necessitano di definizioni rigide o di routine, ma si nutrono di sguardi, parole e sogni condivisi.

In questo modo, l’amore può diventare eterno, come i loro ricordi, che continuano a brillare come stelle nell’immensità del cielo.

La vita e l’eredità di Ornella Vanoni, così come quelle di Hugo Pratt, ci ricordano che l’amore può assumere forme straordinarie, capaci di attraversare qualsiasi confine, rendendo l’esistenza un’avventura in cui ogni nota e ogni parola scritta contribuiscono a comporre la sinfonia della nostra memoria.

Di Admin

Scopri di più da Giornalesera.com

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere