
Nella pittoresca Sardegna, dove il mare e la natura si fondono in un paesaggio da cartolina, si sta svolgendo un dramma politico che farebbe impallidire anche le migliori soap opera.
La giunta regionale, presieduta dalla “diligente” Alessandra Todde, sta perdendo i pezzi come un vecchio puzzle deteriorato dal tempo.
La prima tessera a cadere è stata Gianfranco Satta, assessore all’Agricoltura, che ha deciso di abbandonare la nave che affonda.
Il suo annuncio di dimissioni è stato accolto con la stessa grazia e leggerezza di un elefante in una cristalleria.
Satta ha spiegato la sua scelta con il nobile intento di garantire una stabilità politica che, a quanto pare, non era più presente nella sua giunta.
Incredibile, vero?
Dopo mesi di tira e molla, conflitti interni e rotture con il proprio partito, quest’uomo decide che è giunto il momento di farsi da parte.
Il presidente Todde, nel suo ruolo di capitano della nave affondata, ha tentato di minimizzare la situazione con l’ineffabile commento che il lavoro di Satta era stato “ottimo”, mentre la distanza con il suo contesto politico era “una cosa nota”.
Una nota triste, direi.
C’è qualcosa di tragicomico nel fatto che Satta possa essere ora in cerca di una nuova collocazione, magari vagabondando tra il gruppo misto, il PD o persino il Movimento 5 Stelle.
È come un giocatore di poker che tenta di capire quale sia la mano migliore da giocare, mentre il mazziere continua a mischiare le carte.
Come si suol dire, “non c’è nulla di più festoso di un cambiamento di campo quando il gioco si fa duro!”
Nonostante le dimissioni, il presidente Todde sembra avere le idee chiare sul futuro che l’attende: “Dobbiamo occuparci dei tanti problemi del mondo dell’agricoltura.”
Ottima idea!
Magari iniziando dall’educazione sulla coesione all’interno della coalizione.
Ma, per cortesia, non si dimentichi che le istituzioni sono fatte di uomini e donne competenti.
Senza di loro, le leggi e le delibere sono solo parole in un foglio di carta bagnato dalla pioggia estiva.
E chi può ignorare la lucida e pungente ironia del capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu?
“È durata appena venti mesi l’avventura da assessore di Gianfranco Satta,” ci dice, come se stesse comunicando la notizia di un flop al botteghino di un film blockbuster.
“L’ennesima dimostrazione del fallimento della giunta Todde.”
Ah, che poesia!
Direi che Truzzu dovrebbe scrivere una commedia sulla giunta sarda.
I dialoghi sarebbero esilaranti e i personaggi, chiaramente, sono già ben caratterizzati.
Quindi, cosa ci resta di questo dramma?
La certezza che la giunta di Todde è come un castello di carte che potrebbe crollare in qualsiasi momento.
Le poltrone, come gli amori fugaci, sono destinate a cambiare e la giunta continua a oscillare tra crisi e riorganizzazioni.
I progressisti propongono come successore Francesco Agus; chissà se riuscirà a portare un po’ di stabilità in questo “circo Barnum” della politica sarda.
Ma attenzione, la tensione è palpabile e le poltrone non sono soltanto oggetti da spartire; sono troni di un regno che sembra sempre più fragile.
La chiamata all’unità è urgente, ma il gioco delle sedie musicali continua, e chissà chi resterà in piedi quando verrà suonato l’ultimo accordo.
In conclusione, la giunta regionale sarda presenta un mix avvincente di confusione, opportunismo e una buona dose di autoironia.
Se non fosse per le conseguenze che le dimissioni possono avere sui cittadini sardi, forse potremmo ridere tutti insieme.
Ma, ahimè, chi può mettere da parte le proprie ansie politiche in nome del buon umore?
Non rimane che sperare che, per il bene della povera Sardegna, questa giunta riesca a trovare finalmente una strada verso un po’ di stabilità.
E intanto, continuiamo a seguire gli sviluppi di questo reality show con la speranza che l’ultima puntata non sia l’epilogo di una storia triste.