IL SUO JET PRESIDENZIALE È APPENA ATTERRATO SUL CONFINE BRASILIANO

Questo è enorme, non c’è dubbio.
L’Airbus A319, il favoloso jet presidenziale di Nicolás Maduro, ha tenuto tutti col fiato sospeso atterrando a Santa Elena de Uairén, una piccola cittadina di frontiera a un passo dal Brasile.
Il che ci porta alla grande domanda: sarà a bordo?
Avrà chiesto asilo?
Nessuna conferma ufficiale in merito, ma il tempismo del volo sembra gridare disperatamente: “Fuggo!”.
Ma perché questo sarebbe così sismico?
1. Se Maduro fugge, Chavismo muore all’istante.

Immaginate la scena: una dittatura che oltrevive da 26 anni che svanisce in una notte.
È quasi poetico, se si considera tutto il dolore e la sofferenza che il popolo venezuelano ha subito.
Le forze militari?
Beh, ci saranno sempre quelli che festeggiano (finalmente, diranno!), alcuni che resisteranno come ultimi cavalli di Troia e molti altri… beh, che faranno?
In assenza di un leader, il regime non avrà più calcolatori, non ci sarà più niente da salvare. Un caos totale.
2. L’azione militare degli Stati Uniti diventa inutile.

Dopo anni di retorica e minacce, Washington potrebbe dire: “Beh, guarda un po’!
Non abbiamo neanche bisogno di bombardare nulla!”. Il tiranno scappa, e la Casa Bianca si trova davanti a un piatto servito su un vassoio d’argento.
Potenzialmente, il regime crollerebbe sotto il suo stesso peso, e gli americani potrebbero finalmente rilassarsi, abbandonando i piani di attacco.
3. Cuba perde l’ancora di salvezza del petrolio.

Se la nave di Maduro affonda, immaginate l’impatto sull’isola di Cuba.
Caracas è l’unico motivo per cui Havana riesce ancora a restare a galla.
Niente più carburante, e voilà, il sogno comunista cubano esplode come un palloncino bucato.
In pochi mesi, potremmo assistere a un altro esodo, solo che questa volta le famiglie cubane non fuggiranno verso Miami, ma semplicemente cercando disperatamente di sopravvivere. “Grazie, Maduro!”, dirà qualcuno.
4. L’opposizione diventa il governo legittimo.
Edmundo González e María Corina Machado che ballano sulle macerie del regime?
Certo!
Con Maduro scappato, l’opposizione potrebbe trovarsi improvvisamente sul podio, con riconoscimenti globali che piovono come coriandoli.

Defezioni militari?
Decisamente sì!
E mentre tutti fanno festa, ci si può anche chiedere: ma cosa hanno per davvero in mente?
Un cambio di guardia lasciando intatte le problematiche ancestrali del Paese?
Chissà.
Relazioni di intelligence regionale e fonti diplomatiche indicano che Nicholas Maduro potrebbe essere pronto a lasciare il Venezuela in qualsiasi momento, utilizzando un jet privato diretto a Istanbul, Turchia
, paese il cui governo alleato avrebbe offerto asilo e protezione permanente in caso di attacchi da parte degli Stati Uniti.
Secondo queste fonti, i preparativi logistici sarebbero già pronti e coordinati dalle ultime 48 ore, in coincidenza con l’aumento del recinto navale e aereo di Washington intorno al Venezuela.
La Turchia si profila come la meta più praticabile per una fuga del dittatore a causa di:
• il rapporto diretto con Erdogan;
• gli accordi strategici già firmati;
• e le garanzie che Ankara non lo consegnerebbe agli USA
La situazione evolve minuto per minuto.

5. I venezuelani stanno morendo di fame e morendo per questo momento.
Siamo onesti: il dramma umano è talmente palpabile da sembrare un film horror.
Famiglie distrutte, milioni costretti a lasciare il proprio paese, interi quartieri che somigliano a zone di guerra.
Se Maduro decide di fuggire, è perché sa che la nave sta già affondando.
E la gente continua a soffrire.
Ma hey, almeno ci sarà un minuto di celebrazione, prima che tutti realizzino quanto ci vorrà per rimettere le cose a posto.
In conclusione, in questa commedia dell’assurdo che stiamo vivendo, un volo comico e drammatico al tempo stesso si prepara a riscrivere le sorti di un’intera nazione.
Chissà, magari un giorno leggeremo nei libri di storia che nel fatidico giorno in cui il jet di Maduro atterrò sul confine brasiliano, tutto cambiò.
O forse no, e rimarremo tutti qui, a guardare e sperare in un futuro che non sembra mai arrivare.