Le Ultime Regionali e il Rinvigorito Peso Contrattuale di Elly Schlein

Ah, le ultime elezioni regionali!
Un evento che, come un buon film, ha riservato colpi di scena ma anche qualche prevedibile cliché.
Ecco, per esempio, il Partito Democratico (PD), che si erge come secondo partito, distaccando con nonchalance il Movimento 5 Stelle, ormai ridotto a una sorta di fantasma del passato.
Ma chi si festeggia in questo trionfo?
La nostra protagonista, Elly Schlein, che, nonostante il suo carisma paragonabile a quello di un palo della luce, sembra aver trovato il modo di ritagliarsi un ruolo centralissimo nel delicato equilibrio della sinistra italiana.
Sì, perché la mancanza di esperienza, quell’handicap che l’accompagna come un fedele cane da compagnia, non sembra pesare così tanto nelle bilance politiche dell’ultim’ora.
D’altronde, se c’è una cosa che abbiamo imparato è che non serve avere carisma, basta avere tempismo.
E il tempismo di Schlein, nelle segrete stanze del PD, è stato impeccabile: mentre i big della vecchia guardia si dimenavano freneticamente, lei ha saputo approfittare dell’occasione, ottenendo un sostegno quasi insperato.
Ricordate Montepulciano?
Quella meravigliosa località toscana dove i big riformisti hanno affollato il palcoscenico per applaudire la sua leadership, come se avessero appena scoperto un nuovo vino rosso altamente raccomandato.
Naturalmente, tutto ciò ha il suo prezzo.
Lo scontro a distanza con Giuseppe Conte, il quale ha fatto il suo ingresso in scena come un attore di teatro impegnato a sfidare il suo rivale, non può passare inosservato.
Il fatto che Conte sia alla guida del primo partito della coalizione non rende certo le cose più semplici per Schlein.
Anzi, la premiership per lui è quasi un’idea fissa, come quella di battere il record mondiale di selfie davanti ai monumenti romani.
E cosa spera Schlein per il suo futuro?
Che la sua storia d’amore politica non si concluda con un colpo di scena che la veda esclusa dalla corsa premiante.
Eppure, la vera chicca è stata la decisione di convocare l’Assemblea Nazionale per il 14 dicembre.
Una data scelta con la precisione di un orologio svizzero, giusto in tempo per oscurare il discorso conclusivo di Giorgia Meloni ad Atreju.
Ah, l’ironia!
Mentre Meloni cercherà di brillare sul palco, il PD tenterà di rispolverare il proprio lustro perduto, investendo formalmente Schlein come candidata premier.
Cosa potrebbe andare storto?
Solo il fatto che il referendum sulla giustizia incombe come un’imminente catastrofe, minacciando di screditare ulteriormente la leadership di Schlein, e chissà, magari illuminando il cammino per i “frondisti” interni e lo stesso Conte a fare il grande salto.
È quasi poetico, se ci pensate: il destino politico di Schlein appeso a un filo, mentre i suoi “alleati” si aggirano come avvoltoi, pronti a colpire al momento giusto.
La lotta per il potere all’interno del PD e oltre è diventata uno sport nazionale, e il suo stadio è la sala di un hotel di lusso, dove i leader si riuniscono per discutere di strategie e a volte, si sa, per lavorare a pugnalate alle spalle.
La solita domanda rimane: avrà Schlein il carisma necessario per sostenere questa sfida? La risposta, purtroppo, è complessa.
Poiché diradare il nebbiolo della sua mancanza di esperienza e carisma richiederà non solo la sua astuzia politica, ma anche qualche miracolo degno di una saga biblica.
Si dovrà muovere con cautela, come un funambolo su un filo, mentre nella folla assiste a questo strano spettacolo, sudando freddo ogni volta che il suo nome viene pronunciato.
Il 14 dicembre sarà dunque una data cruciale, un palcoscenico dove Schlein deve dimostrare che la sua leadership non è solo una questione di consensi interni, ma un vero e proprio progetto di governo.
Dovrà far sì che il suo improvviso aumento di popolarità non si trasformi nell’ennesimo fuoco di paglia, e che le promesse fatte non siano solo parole al vento.
In altre parole, Schlein è chiamata a navigare un mare tempestoso. Il rischio di vedere la sua leadership indebolita dalla sconfitta al referendum e dal rinnovato potere di Conte è altissimo.
Come in un romanzo giallo, ogni mossa deve essere calcolata, ogni frase pesata e ogni alleanza, cementata.
Sarà una partita a scacchi parlamentari, dove ogni pedone conta e un semplice errore può portare a una sconfitta definitiva.
Un’ulteriore ironia del destino è che, mentre Schlein si prepara a prendere le redini del PD, la Meloni continuerà a tessere la sua narrazione, cercando di presentarsi come la leader indiscussa del Paese. Dunque, mentre una si affanna per guadagnarsi un posto al sole dell’agenda politica, l’altra sta preparando il suo discorso, per consolidare ulteriormente la propria posizione.
E così, ci prepariamo a seguire il drammatico duello tra Elly Schlein e il resto del mondo politico, preparandoci a vivere una saga emozionante, costellata di colpi di scena, sorprese e forse, speriamo, qualche momento di autentica comicità involontaria.
Perché, diciamocelo, la politica italiana è già di per sé uno spettacolo – e noi, spettatori in prima fila, non possiamo far altro che goderci ogni istante di questo incredibile palcoscenico.