Aboubakar Soumahoro in cerca di un nuovo tricolore

Nell’intervista rilasciata al Foglio, Aboubakar Soumahoro, il deputato del gruppo misto che ha fatto la sua carriera politica nella galassia dell’Alternativa Verde e Sinistra (AVS), ha affermato di sentirsi in una fase di “rinascita”.

Del resto, risorgere come una fenice dalle ceneri è un classico nel panorama politico italiano, o forse solo un modo per giustificare ogni volta l’ennesimo cambio di fazione.

Magari, tra una rinascita e l’altra, Soumahoro ha trovato anche il tempo per aggiornarsi su cosa significhi, effettivamente, essere pragmatici.

La sua recente apertura nei confronti di partiti che hanno il tricolore nel simbolo, quasi con un tono da “prendi e porta a casa”, fa riflettere.

“Sono pronto a candidarmi con le forze del tricolore […] Faccia un check nei simboli dei partiti”, ha dichiarato, lasciando tutti noi con il fiato sospeso.

Ma ci sono dubbi sul “check” che vorrebbe farci fare: è davvero così semplice?

Soumahoro sembra suggerire che in un mare di simboli si possa nuotare serenamente, scelto il giusto vestito per la propria carriera da politicante alla ricerca di voti.



Ma chissà, forse è arrivato il momento di comprendere che la strategia della “non ideologicità” non è solo un’idea fresca ma una sfida in un panorama politico che ormai ha ben poco di concreto.

Essere pragmatici, per Soumahoro, significa snobbare le convenzioni novecentesche per abbracciare un percorso di razionalità efficiente – o così vuole farci credere.

Eppure, i partiti italiani sembrano avere una repulsione innata per la logica e il pensiero critico: non è un caso che, ad ogni tornata elettorale, il circo mediatico si riempie di promesse irrealizzabili.

“Guarderò il progetto”, aggiunge Soumahoro, quasi con un tono da guru della Silicon Valley.

Ah, i progetti!

Una parola magica che aleggia nelle stanze dei bottoni della politica, rivelando spesso ben poco sulla sostanza.

E chi meglio di lui può cogliere l’essenza di un progetto politico, specie in un Paese dove la mancanza di progettualità è l’unica costante?

È ironico che un ex esponente della sinistra sia disposto a compromessi con avversari storici per ottenere consensi.

Quanto a Salvini, paladino del tricolore, resta da vedere se sosterrà la candidatura di Soumahoro.

Che spettacolo sarebbe!

Un incontro di avanguardie inconciliabili, quasi come se Berlusconi decidesse di abbracciare il marxismo-leninismo.

Ma, d’altronde, in politica ciò che conta è cavalcare l’onda, giusto?

E se l’onda è quella del tricolore, chi siamo noi per dire di no?

Immaginiamo per un attimo un dibattito tra Soumahoro e un leghista incallito.

Lì, tra slogan sui migranti e frasi fatte sul “prima gli italiani”, Soumahoro potrebbe, con il suo pragmatismo, interpretare la parte del “buon samaritano” che cerca di spiegare che l’Italia è un melting pot in continua evoluzione, mentre il leghista scuote la testa con aria di sufficienza.

Uno spettacolo che meriterebbe di essere trasmesso in prima serata, con tanto di popcorn.

Ciononostante, il nostro eroe parlamentare sembra confuso: è un pragmatico o sta cercando solamente di riscrivere il copione della sua carriera?

La verità è che, in un sì e un no, si intrecciano gli interessi personali e il desiderio di restare a galla in un sistema che cambia rapidamente.

Ma, allo stesso modo, potrebbe instaurare una nuova era di alleanze inaspettate, dove liberali e socialisti della nuova generazione si ritrovano a discutere sotto il comune tetto del tricolore.

La vera domanda rimane: quale sarà il prossimo passo di Soumahoro?

Forse un endorsement da Salvini, oppure un improvviso cambio di rotta verso un’alleanza che, in fin dei conti, potrebbe far felice il suo elettorato di ex-AVS, o quel che ne rimane.

D’altronde, il pragmatismo, in politica, è poco più di un’arte di arrangiarsi.

E se pensiamo alla carriera politica di Soumahoro, sappiamo bene quanto possa essere versatile.

In un’Italia dove gli schieramenti cambiano come i colori delle bandiere al vento, vedere Aboubakar Soumahoro affacciarsi al mondo con la sua “rinascita” potrebbe sorprenderci.

Ma nel contesto attuale, è più probabile che il suo messaggio di pragmatismo si perda tra i mille volti del tricolore.

Chi lo sa?

Magari la storia di Soumahoro diventerà il racconto più affascinante di questa legislatura.

Cosa ci riserverà il futuro?

Continuare a navigare tra le onde di un mare politico tempestoso, con la consapevolezza che, anche nella ricerca di un manifesto comune, alla fine contano le idee e i valori… anche se in Italia, spesso, le idee e i valori sembrano essere gli ultimi degli argomenti in ballo.

Insomma, se Salvini deciderà di puntare su Soumahoro, potremmo trovarci a vivere un sequel inaspettato di una commedia tragicomica all’italiana.

E chissà che, tra una battuta e l’altra, non riesca a passare un messaggio significativo, anche se avvolto in una tela di ironia e sarcasmo.

Per ora, ci resta solo da attendere e osservare le evoluzioni politiche, sperando che nel frattempo i protagonisti non dimentichino la realtà, quella che spesso sfugge ai guidatori della nave italiana.

Di Admin

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