De Ficchy Giovanni
Da ottobre oltre 177.000 persone sono fuggite dal regime di Castro negli Stati Uniti attraverso il Messico
Le cause più evidenti sono la pandemia e la guerra in Ucraina che, tagliando drasticamente i flussi turistici, ha fatto venire meno uno dei pilastri dell’economia cubana.
Il fenomeno è diventato incontrollabile a partire dal novembre 2021, quando i dittatori di Cuba e Nicaragua hanno eliminato i visti sino ad allora necessari ai cubani per andare a Managua con l’obiettivo di facilitare il meccanismo di uscita ed abbassare così la tensione che si era creata sull’isola con le manifestazioni di massa e la successiva feroce repressione.

Il ministro degli Esteri, Bruno Rodríguez Parrilla, ha detto che fino a oggi si sono verificati “disordini di scala limitata”, alimentati da “coloro che stanno approfittando delle difficoltà provocate dall’embargo” economico imposto a Cuba dagli Usa da oltre 60 anni.
Ma perché i cubani scappano da Cuba?
Cercando di rispondere a questo interrogativo, andando a vedere cosa succede realmente sull’Isola della rivoluzione permanente.
Nell’immaginario fatto di luoghi comuni , creati ed alimentati da una propaganda , che vedono Cuba come un’isola paradisiaca dove il puro socialismo è fiorito.
Dove scuola e sanità sono per tutti, dove si trascorrono giornate placide e festose, fatte di salsa, sigari, rum, cayos e mare cristallino
Trovandosi invece di fronte al “vero inferno”, dell’Isola Caraibica, dove manca la corrente elettrica, dove mancano i farmaci, e non vi è nulla da mangiare per giorni interi.
Si potrebbero capire (forse) le motivazioni che spingono alcuni a lasciare la propria terra e i propri affetti per affrontare un lungo e periglioso esodo verso gli Stati Uniti alla ricerca di una vita migliore, comunque senza garanzie.
Il viaggio può durare diversi mesi, durante i quali uomini, ragazzi, donne, bambini, intere famiglie, giorno dopo giorno, devono sopravvivere a pericoli naturali.
Sopportare mancanza di cibo e acqua e, soprattutto, gli assalti di ladri, la disonestà degli spalloni, le azioni repressive di soldati e polizia, alle violenze sessuali e fisiche.
Una diaspora che crea lunghissime carovane di profughi in direzione Stati Uniti, considerata terra di sogni, promesse e libertà.
Per giungere alla “terra promessa” però ci sono ancora Costa Rica, Nicaragua, Honduras, Salvador, Belize, Guatemala, Messico.

I cubani che cercano di raggiungere la Florida via mare lo fanno anche usando delle barche in grado appena di stare a galla.
Dall’inizio della Rivoluzione castrista, nel 1959, oltre un milione di cubani, l’equivalente di poco più del 10% della popolazione dell’isola, sono emigrati dal loro Paese natale, in maggior parte verso gli Usa.