
Intervista al criminologo: “I vecchi clan e i capi che controllavano la città eterna sono stati arrestati o sono morti, si è aperto così un vuoto di potere e gli albanesi vogliono riempirlo“
Le mafie albanesi a Roma come negli anni Ottanta e Novanta.
La metamorfosi più recente le ha portate ad essere mutabili, violente e in conflitto per acquisire posizioni di predominio.
Gli albanesi sono avvantaggiati poiché fanno dell’uso spregiudicato della violenza il loro punto di forza.
Questa la lettura che Vincenzo Musacchio – criminologo ed esperto di strategie di lotta al crimine organizzato transnazionale – dà degli ultimi fatti di sangue che hanno sconvolto la Capitale.
Roma è da lungo tempo territorio attrattivo di tutte le mafie.
Qui ci sono i centri del potere decisionale politico e amministrativo e di numerosissime attività imprenditoriali.
Dai tempi di “Mafia Capitale” si evidenziò disponibilità di imprenditori e pubblici funzionari compiacenti a aderire a richieste e comportamenti di natura corruttiva.
Questo aspetto è confermato anche dall’ultima Relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia.
È sotto gli occhi degli analisti l’esistenza di una struttura di natura reticolare che tende ad infiltrare i luoghi del potere decisionale politico, economico e finanziario, nel cui ambito i singoli sodalizi mafiosi albanesi ora stringono alleanze mediante la corruzione o con l’uso della violenza.
L’atteggiamento violento degli albanesi, infatti, permane come una forma di strumento, pronto all’occorrenza ad esplodere se sono minacciati gli interessi dei clan.
Roma, è sempre più una metropoli internazionale.
È oggi un crocevia importante di affari di ogni genere, dalla droga agli appalti, nonché punto di incontro privilegiato tra organizzazioni criminali che si stanno spartendo affari e territori.
Attualmente a Roma vige il regime dell’intimidazione violenta, della prevaricazione imprenditoriale e soprattutto della pervasiva sottomissione del sistema politico-economico. Un’organizzazione quella albanese che, avvalendosi alternativamente e in simbiosi del metodo intimidatorio con quello corruttivo, sta riuscendo ad inserirsi anche in alcuni settori della critica gestione dei rifiuti a Roma.
Non dimentichiamoci che le capacità criminogene di questa mafia sono impressionanti, poiché riescono a fondere caratteri “tradizionali” (rigida disciplina interna, chiusura a terzi, impermeabilità, affidabilità e alto potenziale intimidatorio) con elementi “moderni” (transnazionalità, imprinting economico e stretti contatti con la politica).
La loro potenza economica e militare proviene quasi tutta dal traffico di stupefacenti.
La criminalità organizzata albanese, secondo la DIA, resta l’organizzazione straniera tra le più attive, pericolose e ramificate nel territorio romano.