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L’Islam si consolida come seconda religione francese, quando l’immigrazione continua a crescere e sta trasformando in modo significativo la matrice demografica della Francia .

Per la prima volta in oltre un decennio, i due maggiori istituti francesi specializzati in demografia e statistica, l’Institut national de la statistique et des études économiques (Insee) e l’Institut national d’études démographiques (INED), hanno pubblicato due studi dedicato a cercare di comprendere i cambiamenti fondamentali che la società francese sta attraversando.

Secondo gli studi dell’Insee e dell’INED, 6,77 milioni di francesi sono musulmani, immigrati, figli e nipoti di immigrati, circa il 10% della popolazione. Questa cifra consolida l’Islam come la seconda religione in Francia, con le sue sfumature davvero uniche.

Uso del velo

Tra i musulmani francesi, l’uso del velo islamico , nelle sue varie modalità, è cresciuto esponenzialmente, del 55%, negli ultimi dieci anni.

 Il 26% dei musulmani francesi, di età compresa tra i 18 ei 49 anni, indossa il velo nella vita quotidiana.

Con alcune sfumature.

Le donne musulmane francesi di origine africana hanno molte più probabilità di indossare il velo islamico rispetto alle donne musulmane francesi di origine nordafricana.

L’Insee e l’INED insistono su un altro punto significativo.

 La famiglia musulmana francese è molto più incline di quella cristiana o agnostica a inculcare e trasmettere la propria religione.

Solo il 67% dei cattolici francesi si ostina a trasmettere ai propri figli le proprie convinzioni religiose.

Al contrario, il 91% delle famiglie musulmane trasmette in modo “molto fermo” le proprie convinzioni religiose.

Appena il 6% dei cattolici insiste che la religione sia un segno di identità, mentre il 30 dei musulmani ritiene che la religione sia la matrice della propria identità individuale, familiare e sociale.

Il consolidamento dell’Islam come seconda religione di Francia coincide con una continua metamorfosi dell’identità demografica nazionale.

Secondo l’Insee e l’INED, 19 dei 67 milioni di francesi sono immigrati o figli di immigrati.

Se la Francia ha iniziato ad essere un paese di immigrazione tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, il susseguirsi delle ondate migratorie, a partire dalla seconda guerra mondiale, comincia a modificare la realtà demografica nazionale.

Tra il 1950 e il 1990 l’immigrazione nordafricana (marocchina, algerina, tunisina) è stata la più importante, iniziando a sostituire l’immigrazione italiana, spagnola, portoghese e polacca dei decenni precedenti.

Negli ultimi dieci anni, l’immigrazione africana e nera ha iniziato a crescere in modo significativo.

In campo culturale, la Francofonia attraversa oggi l’Africa: sono più gli africani che parlano francese che i francesi nati nel territorio nazionale, anche se Parigi continua ad essere la capitale culturale comune.

Senza entrare personalmente nel dibattito demografico di fondo, il sociologo Jérôme Fourquet pubblicò, all’epoca, un celebre saggio intitolato ‘L’arcipelago francese’, giungendo a questa conclusione provvisoria:

«La Francia sta diventando un arcipelago di comunità che non sempre si capiscono.”

 

Di Admin

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