
Per anni l’America Latina non ha occupato un posto di rilievo nell’agenda di Washington, se non per tematiche (immigrazione, narcotraffico) strettamente connesse alle proprie vicende interne.
In generale, una certa ingenuità sembra aver aleggiato intorno alla questione per molto tempo.
Nella geopolitica odierna, ci sono pochi fenomeni al pari dell’espansione cinese, per portata e implicazioni.
Il momento è assolutamente particolare, a piccoli passi nel continente latino americano, si stanno affermando nuovi equilibri
La missione di Pechino è insediarsi, a pochi passi dagli Stati Uniti, e aumentare l’influenza in America Latina.
La Cina comunista sta provando a entrare con tutta la sua forza in America Latina.
Si assiste ad un sempre maggior interesse della Cina per l’America Latina, anche in termini di investimenti.
In Nicaragua per esempio, vogliono realizzare un porto molto profondo per permettere ai propri sommergibili di stazionare in quelle acque profonde ed attraversare il continente americano da un lato all’altro.
Il progetto di costruzione del canale interoceanico del Nicaragua, approvato nel 2013 e affidato alla cinese Hong Kong Nicaragua Canal Development Investment Company (HKND), vale 50 miliardi di dollari, il quadruplo dell’intera economia nicaraguense.
Il canale sarà profondo 30 metri, largo da 230 a 520 e lungo 278 chilometri.
Quando sarà completato, il canale del Nicaragua sarà, quindi, più lungo di quello di Panama, ma più ampio e più profondo, consentendo così il transito delle nuove super petroliere e di portacontainer molto più capienti, oltre che delle grandi navi militari cinesi.
In Brasile invece il governo di Lula, un socialista vuole eliminare tutte le transazioni del paese in dollari nord americani e passare allo yuan quale moneta di scambio .
Tornato al comando, Lula ha rapidamente preso la via di Pechino, e progetta di mettere fine al dominio del dollaro nel campo della finanza mondiale.
Lula ha pronunciato il seguente discorso, all’insediamento della nuova presidente che non è altro che l’ex presidente brasiliana Dilma Rousseff, della Banca per lo sviluppo dei Brics;
“Ogni sera penso ; perché tutti i paesi dovrebbero effettuare i propri scambi commerciali in dollari. Perché non possiamo commerciare usando la nostra moneta? Chi ha deciso che il dollaro dev’essere la moneta di riferimento soppiantando il sistema aureo?”.
La questione della “dollarizzazione” degli scambi commerciali è un cavallo di battaglia della Cina.
Lo yuan cinese è sempre più usato, al punto di aver quasi superato l’euro.
Accordo con China Southern Power Grid.
Il Perù ha venduto la propria società elettrica ai cinesi, Enel venderà le attività detenute in Perù al gruppo cinese Csgi (China Southern Power Grid International).
Enel Perú, controllata tramite la società quotata cilena Enel Américas, ha sottoscritto un accordo per la cessione della totalità delle partecipazioni nella società di distribuzione e fornitura di energia elettrica Enel Distribución Perú (83,15%) e nella società di servizi energetici avanzati Enel X Perù (100%).
L’accordo prevede che Csgi versi ad Enel un corrispettivo di circa 2,9 miliardi di dollari, corrispondenti a circa 4 miliardi di dollari .
Ora i cinesi possono spegnere la luce quando vogliono ai peruviani.
L’Argentina ha ricevuto di più con 111,8 miliardi di dollari, ed ha quindi concesso alla Cina di installare in Patagonia una base militare, ed uno stabilimento di produzione di aerei da guerra.
Dal Venezuela all’Argentina, la Cina ha dedicato miliardi di dollari nella costruzioni di ponti, centrali idroelettriche, autostrade, aeroporti e dighe.
I paesi latino americani si indebitano con i loro progetti mal realizzati e si avvelenano con la loro ideologia, fanno cadere quei Paesi nella “trappola del debito”.
Pechino seppellisce i Paesi emergenti sotto montagne di debito attraverso operazioni di bail out e finanziamenti alle opere della Belt and Road Initiative che uno studio condotto da quattro istituzioni Usa definiscono “opache”
L’ex segretario di Stato americano, Mike Pompeo, crede che sebbene molti dei progetti della Via della Seta sembrino molto buoni all’inizio, “i Paesi scopriranno ben presto che l’impegno del Partito Comunista Cinese per fare, sia una strada, un ponte o una ripresa, molte volte è un’autentica e gigantesca fattura” che dovranno pagare.
Niente di buono per chi sta facendo patti con i cinesi!
