La Terra ha ricevuto una comunicazione “aliena” proveniente da Marte. Vediamo chi ha inviato questo messaggio e perché.
Nel giro di pochissime ore sono più di 1.300 le persone da tutto il mondo (Italia compresa) che si stanno cimentando in questo esperimento al confine tra scienza, arte e fantascienza.
A riceverlo sono stati il radiotelescopio italiano di Medicina (Bologna), gestito dall’Inaf, e due radiotelescopi americani (l’Allen Telescope Array del SetiI Institute, in California, e il Robert C. Byrd Green Bank Telescope)

La comunicazione in codice per simulare una potenziale comunicazione con gli alieni è arrivata. Comincia ora la sfida per decodificarla
Il messaggio in codice, di pochi kilobyte, è stato inviato il 24 maggio scorso dal Trace Gas Orbiter (Tgo), la sonda dell’Agenzia spaziale europea (Esa) che orbita attorno al pianeta rosso per studiarne l’atmosfera, e fa parte del progetto
“A Sign in Space”, realizzato da un’idea di Daniela de Paulis, artista multimediale e operatrice radio italiana, che ricopre il ruolo di artist in residence al Seti Institute e Green Bank Observatory, in collaborazione con un team di esperti internazionale dell‘Esa, Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), Seti Institute e Green Bank Observatory.
La ricerca sistematica di segnali extra-terrestri nel cosmo nasce a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 grazie al programma SETI, acronimo di Search for Extra-Terrestrial Intelligence. Nonostante i continui anni di ricerca, purtroppo non siamo ancora stati in grado di captare segnali provenienti da sorgenti extra-terrestri non naturali.
I dati raccolti sono stati elaborati durante la notte e nelle prime ore di oggi sono stati resi disponibili online attraverso il sito del progetto.
“Al momento lo sforzo di decodifica è incentrato sugli aspetti tecnici del segnale, dunque estrarre il messaggio dai dati ricevuti dai radiotelescopi”, spiegano gli esperti dell’Inaf.
Il team della Stazione radioastronomica di Medicina ha inoltre selezionato un piccolo estratto del segnale della durata di un minuto e, grazie a un software, lo ha tradotto in suono, in modo da renderlo udibile all’orecchio umano.