Il Partito Popolare (PP), formazione di centro-destra, ha infatti trionfato a livello sia comunale, sia regionale

Dopo le elezioni amministrative e regionali di domenica, la Spagna tornerà al voto.

E lo farà prima del previsto.

il risultato è stato ancora più clamoroso delle previsioni della vigilia.

I socialisti hanno mantenuto il controllo solo di Castiglia-La Mancia, Asturie e Navarra.

 La sinistra ha perso alle urne tutte le regioni più importanti che erano in ballo, come la Comunitat Valenciana, l’ Extremadura e Siviglia, ma anche l’Aragona, le Baleari e le Canarie, la Rioja, dove governava fino a ieri.

Inoltre al Partito popolare sono andati ben 15 capoluoghi di provincia.  

Il premier Pedro Sánchez Sánchez ha deciso di giocarsela a testa o croce. 

Ha annunciato di voler anticipare le elezioni generali, inizialmente programmate per dicembre, al 23 luglio 2023.  

La mossa, coraggiosa e rischiosa allo stesso tempo, coincide per di più con l’inizio, il prossimo primo luglio, della presidenza di turno spagnola del semestre europeo.

“Mi assumo la responsabilità dei risultati in prima persona, e credo sia necessario dare una risposta , ha detto Sánchez in diretta tv

Quello che è avvenuto necessita di un chiarimento da parte degli spagnoli sulle forze politiche che dovrebbero guidare questa fase.

La cosa migliore è che gli spagnoli prendano la parola per definire la direzione politica del Paese”

 Con la decisione di anticipare le elezioni, Sánchez ha alzato la posta in gioco.

E a rendere più complicato il lunedì dei socialisti c’è l’esito delle elezioni comunali a Barcellona, dove il candidato del Partito socialista catalano Jaume Collboni si è piazzato al secondo posto dietro a Xavier Trias di Junts, Uniti per la Catalogna, la coalizione politica catalana guidata dall’ex presidente secessionista della Catalogna Carles Puigdemont: solamente terza la sindaca uscente Ada Colau, vicina alla sinistra di Podemos.

Quella che si prospetta una calda estate spagnola potrebbe avere conseguenze ben oltre i confini iberici. 

La Spagna ne ha abbastanza di Sánchez

Per molti analisti e commentatori politici spagnoli,  esiste una sola lettura delle elezioni in Spagna: il paese ne ha abbastanza dei socialisti, di Sánchez, del suo governo orwelliano e forse anche delle sue alleanze con separatisti, indipendentisti ed ex terroristi.

I conservatori spagnoli dovranno arrivare ad accordi con la destra di Vox.

Per vincere, però, i popolari avranno probabilmente bisogno di Vox, l’alleato di destra sgradito ma difficilmente sostituibile.

La formazione guidata da Santiago Abascal ha aumentato i propri consensi in questa tornata elettorale, convertendosi nel terzo o quarto partito nelle diverse regioni con percentuali che oscillano tra il 7 e il 17% dei voti.

Dopo l’annuncio di Sánchez, il leader dei popolari Feijóo avrà poco tempo per stringere un’alleanza duratura.

Di Admin

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