Gino Di Prospero nato a S. Felice Circeo (LT), rivela fin da giovanissimo una forte attitudine alla pittura, la sua passione si accende frequentando assiduamente nei primi anni settanta le botteghe dei vari artisti romani. Nella prima fase della sua vita artistica, predilige soggetti legati all’Estremo Oriente, una scelta dettata dal connubio fra  il suo temperamento cordiale e sanguigno e le luci calde. Negli anni si impegna in una  fase di studio e ricerca, nel tentativo di scoprire nuove tematiche, poi il suo estro subisce un’evoluzione e  le sue tele incominciano ad essere colpite di luce velata che offre movimento alle sue ispirazioni. Negli anni Gino  è pluripremiato ed ottiene una serie di riconoscimenti.  Le sue opere (dove rende spesso omaggio al mare, alla natura e ai ricordi gioiosi della sua giovinezza), oltre che in Italia, sono esposte  anche in alcune sedi all’estero.

Di Prospero nei suoi quadri tende a fondere il figurativo con l’astratto in una “armoniosa sperimentazione cromatica”  e il tutto l’ottiene attraverso rapide pennellate. Le sue opere sono state presentate in diversi ambiti,  sia in eventi  eleganti frequentati da gente dello spettacolo, che in  mostre finalizzate ad attività di beneficenza.  Gino Di Prospero  ha il suo  studio al Circeo in via Roma 74, ma lo abbiamo incontrato nel corso della sua  recente mostra di pittura presso l’Hotel Garden a Latina. La sua intervista ci permette di conoscerlo meglio e carpire maggiormente il suo mondo interiore.

Anni fa anni Gino, ricordo che ero venuto a trovarti, avevi uno studio a Latina ed operavi in una certa maniera. Oggi dopo qualche anno noto che la tua tecnica si è in un certo senso modificata ed evoluta , ma è rimasto inconfondibile il tuo stile, che ci puoi dire a riguardo?

Posso confermarti che  in qualcosa sono cambiato,  ma è rimasta immutata  la mia passione per il mare e anche in questa mostra c’è lo spazio dedicato  alle sue differenti  tematiche,  sotto forma di imbarcazioni, regate, sfide e quant’altro, perché le mie  origini  non possono non venire fuori. In alcuni quadri è raffigurato  il movimento dei pesci (dai  nomi differenti: Geronimo, punta, palombaro, sottomarino)  e si nota  una differente coloristica  nei vari tratti.

Nei  dipinti espressi su tavole di media grandezza  “30-50” appare un tratto rosso  che è come un segnale  di riconoscimento ed è un  tocco che illumina lo sguardo.  Normalmente nei  miei quadri  il colore rosso  rappresenta  la ricerca dell’amore, mentre il verde è l’ideale della speranza. Qualche tempo fa una galleria di Roma mi chiese se potevo fare dei quadri inerenti  i grattacieli di New York, così in alcune opere li ho realizzati.  Sono cinque quadri molto belli dove  la coloristica ha la sua importanza  e si avverte l’imponenza di una della città più importanti al mondo.  Nel tempo ho cercato di misurarmi su tematiche differenti, così oltre  ai paesaggi della  mia terra del Circeo, ho dipinto  Ponza,  Sperlonga e Terracina.

Le ispirazioni per i soggetti dei tuoi quadri ti vengono automaticamente?

Gli spunti sono miei e li prendo dalle mie sensazioni, perché alcune cose non esistono su una foto o un soggetto. Questi tagli  e queste colorazioni li creo io,  come ad esempio  una vela fatta in un certo modo. La barca è la metafora della vita e tutto il contesto sono le varie cose che ci possono accadere.  Noi se vogliamo arrivare al nostro obiettivo,  dobbiamo mantenere la barra dritta  che sicuramente ci consentirà di realizzare i nostri  sogni. Io penso che il mio messaggio sia positivo e può essere avvertito da tanti   perché una barca che non affonda è una barca che regge qualsiasi tipo di perturbazione, regge l’urto ed è un invito ad essere sempre positivi. Nel mio quadro “sopra tutti”  cerco di uscire fuori dalla problematica che ci può accadere in qualsiasi momento della vita. Uscire fuori significa reggere l’urto  e di conseguenza ritrovarsi nella parte alta per sortire dalle difficoltà..

Che tecnica usi nei tuoi quadri?

La tecnica può variare, in alcuni casi io parto da una base un po’  più scura, diciamo che volgarmente “sporco la tela”   e poi piano piano il soggetto me lo vado a tirare fuori con delle linee.  Io preparo la tela a fondo con dei materiali diversi per elaborare sopra delle velature, che quando è una tela grezza non si riesce a fare, si impregna.  Dopo la preparazione della tela, esce direttamente fuori  il soggetto, con i segni che danno movimento e indicazione. Le velature le realizzo   in una maniera molto delicata, così escono delle sovrapposizioni che mi danno la possibilità di far emergere quello che voglio senza essere piatto.

Sono molti anni che esponi?

Si , iniziai a farlo  nel lontano 1976  e la prima mostra la  feci Terracina. Nel 2016 a Verona presi un primo premio alla critica da parte di Sgarbi,  poi con il passare del tempo diventai sempre  più esigente perchè cercavo sempre nuove ispirazioni. Ad un certo punto l’Italia non mi bastava  più, così ho  provare anche l’esperienza internazionale e sono stato tre mesi a preparare una mostra negli Stati Uniti. Tra artisti c’è sempre bisogno di confrontarsi  per crescere e io dove vado cerco sempre di prendere una pennellata  da altri pittori,  un diverso  modo di esprimersi  e di porlo sulla tela. E’ importante essere umili per cercare di fare  propri alcuni consigli che ti possono dare una illuminazione diversa.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

C’è una iniziativa  che sto preparando con il locale Momartre  di  Roma.  Mantengo sempre una continua esposizione al Circeo dove  ho lo studio  ed entro breve dovrebbe partire tra settembre, ottobre, un tour americano di vari mesi  tra Miami, Los Angeles, Washington  e New York,  quattro  città importanti. L’arte deve  ritornare ad essere prioritaria nella vita di tutti i giorni, perché  oggi si guarda all’arte sotto un aspetto  non essenziale. C’è un mio amico che ha un mio quadro all’ingresso di casa e dice che ogni volta che vi passa  vicino, si carica di energia  positiva per tutta  la giornata. L’arte fornisce la possibilità di superare gli ostacoli che a volte capitano nella vita e  nello stesso tempo fa migliorare l’umore e la stima. Il quadro è emozione e  colpisce  quando si percepisce nell’animo umano. La pittura è sempre ricerca e non bisogna fermarsi  mai, nel futuro mi piacerebbe snellire  sempre  più le  forme e cambiare anche coloristica rendendola  più leggera.  

Grazie Gino Di Prospero

Rino R. Sortino

Di

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